I vescovi venezuelani difendono il diritto dei cittadini di protestare pacificamente in vista della grande manifestazione organizzata il 1° settembre dall’opposizione nella capitale Caracas. Una mobilitazione posta in essere dall’opposizione per protestare ed ottenere dal Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) il via libera per la raccolta del 20% delle firme necessarie per la tenuta del referendum di revoca del Presidente Nicolás Maduro.
Manifestare è un diritto legittimo garantito dalla Costituzione
"Si tratta dell'esercizio di un legittimo diritto sancito dalla Costituzione e dall'ordinamento
giuridico del Venezuela", afferma una nota della Presidenza della Conferenza episcopale
venezuelana (Cev). "Per questo le mobilitazioni, comizi e attività di carattere politico
devono essere rispettati e protetti dagli organi dello Stato e devono svolgersi inoltre
in un clima di pace, convivenza civile, tolleranza e rispetto".
I cittadini hanno diritto di esprimere pacificamente le loro opinioni
Articolato in cinque punti, il documento sottolinea che le istituzioni, e in particolare
le forze di sicurezza, hanno l’obbligo di garantire a tutti i cittadini “il diritto
alla libera espressione delle loro idee, alla libera circolazione nel Paese così come
all'integrità personale e al rispetto del bene comune". I presuli ribadiscono l’urgenza
evidenziata a luglio, al termine della loro 106.ma assemblea plenaria, di trovare
risposte adeguate ai bisogni e alle aspirazioni del popolo venezuelano. Allo stesso
tempo lanciano un appello affinché tutti i venezuelani possano esprimersi nel rispetto
delle opinioni diverse e “con il proposito di lavorare per la pace, come vuole il
Signore Gesù”.
L’appello ai fedeli laici a fare il possibile per il dialogo
Nel riaffermare la loro vicinanza al popolo venezuelano, in particolare a coloro che
soffrono di più nell’attuale crisi, i presuli ricordano che i fedeli laici, soprattutto
i politici e coloro che sono impegnati nel volontariato, hanno un ruolo fondamentale
nella costruzione della pace nel Paese: “Essi devono compiere ogni sforzo per rendere
possibile la cultura dell'incontro e del dialogo costruttivo e devono, inoltre, creare
un clima di riconciliazione tra tutti gli uomini e donne del Venezuela”
I sacerdoti si astengano da interventi politici
Infine l’esortazione rivolta ai sacerdoti venezuelani affinché promuovano preghiere
per la pace e il bene del Paese, l'incontro e il dialogo e si impegnino soprattutto
per i più deboli e bisognosi, astenendosi dalla partecipazione ad attività politiche
e di partito. “Il Dio dell'Amore – conclude la nota dei vescovi - ci accompagni in
ogni momento con la Sua grazia e la Sua benedizione e che la protezione di Nostra
Signora di Coromoto rafforzi l'impegno dei venezuelani per la costruzione della pace,
della giustizia e della misericordia".
Il Paese è allo stremo
La manifestazione del 1° settembre si tiene in momento drammatico per il Paese dove
manca tutto: dai generi alimentari, alle medicine, dall’assistenza medica all’elettricità
e a servizi igienici regolari. Per molti osservatori essa potrebbe essere una prova
decisiva per la sopravvivenza del Governo Maduro, uscito indebolito dalla vittoria
dell’opposizione alle ultime elezioni parlamentari. (A cura di Lisa Zengarini)
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