2016-08-31 12:46:00

Sudan: in due mesi più di 800 migranti arrestati dalla polizia


Arrestati in Sudan più di 800 migranti africani in fuga dai Paesi in guerra, volevano raggiungere l'Europa attraverso la Libia. Nel periodo che va da giugno ad agosto, sono ben 816 i migranti fermati della polizia sudanese, 347 eritrei, 130 etiopi e 90 sudanesi, bloccati al confine con la Libia, mentre cercavano di entrare nel Paese. Situata a 300 km dalle coste europee, la Libia rappresenta ancora la speranza per chi scappa dalla guerra, il punto di congiunzione tra l'inizio di una nuova vita e la fine di tante atrocità per interessi politici ed economici, in molti cercano di oltrepassare le linee di confine per affrontare successivamente la lunga traversata del Mediterraneo. Don Mussie Zerai, sacerdote eritreo, fondatore e presidente dell'agenzia Habesha per l'accoglienza dei migranti africani, è intervenuto al microfono di Michele Ungolo:

R. – Si scappa ancora. E purtroppo, anche lungo il percorso di fuga, queste persone trovano degli ostacoli da superare. Tra questi ci sono anche gli arresti, che sono frutto dell’accordo che l’Unione Europea ha stretto con questi Paesi nel Processo di Khartoum, e poi successivamente nell’accordo di Malta, che ha esternalizzato i propri confini dell’Europa sempre più a sud dell’Africa subsahariana, chiedendo a Paesi come il Sudan, ma anche il Niger e il Ciad, di fare da gendarmi, così da poter bloccare le persone che tentano di venire verso l’Europa. Gli arresti poi procurano condizioni di sofferenza, abuso, violenza nei confronti di queste persone già in fuga dai loro Paesi di origine. E ci sono più di dieci milioni di persone colpite dalla carestia solo nel Corno d’Africa. C’è poi anche chi fugge dalla morte certa, da fame, sete, e così via. Quindi, lungo il percorso si trovano queste situazioni: persone che finiscono nelle mani della polizia, dei predoni o dei trafficanti che le sequestrano, approfittano di loro, e chiedono soldi come riscatto. C’è infatti anche questo giro di business che una parte della polizia corrotta svolge.

D. – I migranti comunque devono affrontare diverse difficoltà, sia per quanto riguarda i viaggi estenuanti, ma anche le difficoltà incontrate con il governo, i guerriglieri e anche i contrabbandieri…

R. – C’è chi priva della libertà queste persone per guadagnarci, perché i trafficanti le sequestrano, negano loro la libertà di movimento e di scelta, vendendole come fossero delle merci: il tutto a scopo di guadagno. C’è chi limita o nega la loro libertà sulla base di accordi fatti tra Paesi, sia africani, ma anche tra l’Africa e l’Europa. E anche lì di mezzo ci sono sempre i soldi, perché l’Unione Europa ha promesso una pioggia di milioni a diversi Paesi africani a questa condizione, ossia qualora impediscano e neghino la libertà di movimento alle persone: purché queste persone non arrivino in Europa. Non importa infatti perché e da cosa stanno scappando; si preferisce far pagare il prezzo più salato a queste povera gente.

D. – Tenendo presente questi dati, qual è il destino di chi scappa?

R. – Purtroppo, il destino sta diventando sempre più pericoloso, perché tutti gli ostacoli messi lungo il percorso stanno aggravando e aumentando i rischi per la vita di queste persone. Molti perdono la vita nel deserto, nel mare, e ci sono tantissime altre persone che la perdono nelle carceri. I centri di detenzioni sono pieni di persone spogliate della loro dignità.

D. – Chi non ha la possibilità di fuggire, perché comunque – ricordiamolo – è un costo importante, come riesce a sopravvivere in questa situazione?

R. – Sopravvive riducendosi quasi ad uno stato di schiavitù. Spesso il 97% dei profughi rimane vicino casa - quindi nei Paesi limitrofi - e sopravvive o con i pochi aiuti che riesce a ricevere dalle varie organizzazioni internazionali; e spesso lavorando quasi per sopravvivere, giusto per aver in cambio un piatto di pasta o di riso. Pur di sopravvivere, queste persone fanno una vita proprio da schiavi.








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