2016-09-04 12:30:00

Don Lush Gjergji racconta la "notte oscura" di Madre Teresa


Di Madre Teresa colpiva molto il sorriso. Ma dietro quella luce c'era spesso una grande sofferenza. Lo ricorda il suo biografo, il sacerdote albanese don Lush Gjergji, vicario generale della Chiesa in Kosovo, che ha conosciuto molto bene la religiosa. ascoltiamo la sua testimonianza in questa intervista di Sergio Centofanti:

R. – Questa Santa ha sofferto tanto, ha visto tante sofferenze e ha creato un tesoro: la sofferenza offerta al Signore. E soprattutto è un esempio straordinario di come, con la forza della fede e l’ispirazione dell’amore, si possa andare avanti anche nelle situazioni più difficili. Per Madre Teresa credere vuol dire cercare. Ha cercato costantemente: dalla prima chiamata per sei anni, dall’età di dodici anni fino ai diciotto. Ha continuato a cercare il Signore per diciotto anni come suora di Loreto. Ha cercato costantemente il Signore nel prossimo e il prossimo nel Signore. Per cui “credere” significa cercare: un’apertura su tutte le dimensioni. Infatti, lei non l’ha cercato solo nell’Eucaristia. Lei stessa mi diceva: “Sarebbe troppo poco per noi cristiani riconoscere e amare Gesù nell’Eucaristia”. Invece dall’Eucaristia si deve passare al tavolo dell’essere umano, anche lebbroso e moribondo. La speranza per Madre Teresa non era una parola vuota: sperare per lei significava dare senso e significato alla sofferenza, alla Croce, a tutti coloro che vivevano senza nessuna speranza. Lei è riuscita ad entrare nel buio di tutto quello che era l’assurdità di non avere alcun diritto, tranne quello di soffrire e morire senza nessuna dignità. Madre Teresa diceva: “Sono vissuti come animali, ma muoiono come angeli recuperando in extremis la dignità e il sorriso”.

D. – Una lunga parte della sua vita, Madre Teresa ha vissuto la cosiddetta “notte dello Spirito”…

R. – Le spiego con le parole che ha usato con me Madre Teresa. Io sapevo questa cosa, ma non ero autorizzato a renderla nota prima che il postulatore facesse una scelta dei brani (delle sue lettere). Questi sono tremendi: delle volte Madre Teresa sfida Dio e gli dice: “So che mi vuoi bene, ma non mi dai più il minimo segnale. Sono pronta anche ad entrare nell’Inferno pur di farti essere contenta”. E alla fine mi disse: “Adesso ti spiego cosa ha fatto il Signore con me”; e mi spiegò facendomi un esempio straordinario e semplicissimo. Come il gioco della mamma con il figlio o la figlia: la mamma si nasconde; allora il figlio comincia a cercarla. Ad un certo punto cresce sempre più l’ansia; alla fine comincia a chiamarla: “Mamma! Mamma dove sei?”, e poi esplode nel pianto perché non la trova. Allora la madre riappare e gli dice: “Ma figlio mio, eccomi, sono qui!”. “Così ha fatto Gesù per diversi anni con me – mi disse Madre Teresa – ha fatto questo gioco. E alla fine è Lui che mi ha detto: ‘Ma Teresa, sai che siamo sempre insieme’”. Quindi il suo misticismo straordinario ha dimostrato la fedeltà anche nel silenzio, nell’oscurità e nelle situazioni dove non aveva una risposta. Lei si confidava con Gesù dicendogli: “Per te Gesù, e con te Gesù”. Tutto per Gesù e tutto con Gesù. Mi ricordo anche che dopo aver fatto una lunga adorazione, mi prese per mano vedendomi che ero talmente perplesso dalla situazione, e alla fine mi disse: “Adesso andiamo a trovare i poveri”. Al ritorno, mi fece tornare nella cappella e adorammo insieme Gesù. Poi mi guardò con due occhi che sembravano due fari scrutatori e mi disse: “Ti piace il Gesù del nostro quartiere?”. Perché tutte le persone che lei salutava, accarezzava, e alle quali dava una mano e soprattutto una risposta, erano Gesù riconosciuto e amato: non solo nell’Eucaristia, ma nella sembianze dell’essere umano molto sofferente.

D. – Che cosa ci dice oggi Madre Teresa?

R. – Una semplice risposta di Madre Teresa: “Solo l’amore salverà il mondo”. Madre Teresa lo ha confermato: la più povera del mondo ha aiutato più di tutti noi il mondo, perché ha donato il proprio cuore e la propria vita. 








All the contents on this site are copyrighted ©.