I leader religiosi cristiani del Sud Sudan, nel corso di un incontro con alcuni ambasciatori del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, hanno chiesto il dispiegamento di una forza di interposizione a Juba. I rappresentanti dei 15 Paesi del Consiglio di sicurezza si trovano in Sud Sudan per tentare di persuadere il presidente Salvia Kiir ad accettare il dispiegamento di un contingente regionale, minacciando sanzioni in caso contrario.
Gli Usa chiedono altri 4mila peacekeepers africani
Per l’ambasciatore Usa presso l’Onu servirebbero almeno altri 4mila peacekeepers africani,
cosa che il governo sud-sudanese rifiuta in quanto lo considera una minaccia alla
propria sovranità. Negli ultimi mesi Juba è stato teatro di nuove violenze tra le
truppe fedeli a Kiir e l’ex capo ribelle Riek Machar, violenze che hanno messo in
pericolo i fragili accordi di pace firmati nel 2015 per mettere fine a una devastante
guerra civile durata 18 mesi e che ha provocato decine di migliaia di morti.
La Chiesa chiede un'immediata Forza di interposizione Onu
Per il vescovo cattolico mons. Paulino Lukudu Loro la Forza di interposizione delle
Nazioni Unite deve essere realizzata immediatamente, una posizione condivisa dall’arcivescovo
anglicano Daniel Deng Bul. Anche il nunzio apostolico per il Kenya e il Sud Sudan,
mons. Charles Daniel Balvo. ha espresso tutta la propria preoccupazione per la grave
situazione di violenza parlando in esclusiva all’emittente radiofonica con sede in
Juba, Radio Bakhita, alla quale ha dichiarato che alla ricerca della pace promossa
dalla Chiesa del Paese, va il sostegno e la solidarietà della Santa Sede.
(A cura di Stefano Leszczynski)
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