2016-09-06 14:00:00

Irlanda: tre settimane di preghiera per Santa Madre Teresa


Tre settimane di preghiera per ringraziare tutti coloro che mettono in pratica le opere di misericordia spirituali e corporali, seguendo l’esempio di Madre Teresa di Calcutta. È l’invito rivolto ai fedeli irlandesi da mons. Eamon Martin, arcivescovo di Armagh e Primate di tutta l’Irlanda, durante la Messa di ringraziamento celebrata domenica per la canonizzazione della Santa dei poveri.

Una Messa di ringraziamento per tutti gli operatori della misericordia
“Potrebbe essere una persona a voi vicina, una nonna, un assistente, un vicino che assiste silenziosamente un malato, o anche un’infermiera, un medico, un insegnante che fa più del lavoro dovuto per aiutare qualcuno che altrimenti sarebbe dimenticato”, ha detto il presule nell’omelia, annunciando che il 24 settembre, Festa della Beata Vergine della Mercede, celebrerà in cattedrale una speciale Messa di ringraziamento dedicata a tutte queste persone che, come Madre Teresa “fanno qualcosa di bello per Dio”.

Diventare, come Madre Teresa, “una piccola matita nelle mani di Dio”
È  proprio questo “fare qualcosa di bello per Dio”, ha sottolineato, una delle tre strade indicate da Madre Teresa per “essere misericordia nel mondo d’oggi”.  Essere misericordiosi, infatti, inizia “dal desiderio di essere una persona migliore e di offrire i nostri doni e talenti a Dio che per primo ci ha amati”. Madre Teresa – ha proseguito mons. Martin - ci invita poi ad affidarci totalmente alla volontà di Dio, diventando, come essa stessa si definiva, “una piccola matita nelle Sue mani”: “Per essere misericordiosi occorre permettere a Dio di realizzare il miracolo della misericordia attraverso noi, senza ostacolare quello che Egli vuole da noi”.

Vedere il volto di Cristo in tutti coloro che soffrono nel mondo
“In terzo luogo – ha ancora evidenziato il Primate irlandese - Madre Teresa è stata capace di vedere il volto di Gesù in quelli ai quali portava l’amore e la misericordia di Dio: nei più poveri tra i poveri, nei malati di Aids, nelle persone sfigurate dalla malattia, negli abbandonati e nei morenti per fame”, quale che fosse la loro religione. “Essa ci insegna che quando ‘facciamo misericordia’, ci si apre una finestra attraverso la quale possiamo vedere il volto di Cristo in tutti coloro che soffrono nel mondo”.

Il ringraziamento alle Missionarie della Carità presenti ad Armagh
Nell’omelia mons. Martin ha poi espresso la sua personale gratitudine alle Missionarie della Carità presenti ad Armagh dal 1996, ricordando  le numerose opere caritative realizzate dalle religiose nell’arcidiocesi con il contributo di tanti volontari laici. (A cura di Lisa Zengarini)








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