2016-09-06 12:20:00

Papa riceve Mariella Enoc: Bambino Gesù sempre più opera di carità


Papa Francesco ha ricevuto stamani a Casa Santa Marta la dott.ssa Mariella Enoc, presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Successivamente si è recata al Dispensario pediatrico Santa Marta in Vaticano al quale l’Ospedale ha donato un ecografo. Al microfono di Alessandro Gisotti, la dott.ssa Mariella Enoc si sofferma sul suo primo incontro con il Pontefice:

R. – Un clima di grande familiarità. Mi sono sentita subito a mio agio, per cui immediatamente il dialogo è stato molto semplice, molto vero. Il Papa mi ha ascoltata moltissimo con quella capacità di ascolto che il Papa ha guardandoti negli occhi, cercando la persona. Quindi diventa sempre più facile comunicare con lui, perché è un ascolto empatico, di persona, non solo di parole. Mi ha molto incoraggiata nel mio lavoro all’ospedale: ho veramente il suo sostegno e quello del Segretario di Stato. L’ospedale deve andare avanti, deve essere una grande opera di carità. Gli ho parlato anche del progetto dell’Africa, dell'ospedale pediatrico di Bangui, al quale si è molto interessato perché ha veramente l’Africa nel cuore.

D. – Può soffermarsi un po’ su qual è lo stato dell’attuazione di questo impegno che tra l’altro vede anche il contributo economico della Gendarmeria Vaticana? Che cosa ha potuto dire al Papa su questo progetto?

R. – Il Papa mi ha promesso un suo aiuto personale, aiuto economico, e questo è anche molto importante! Io ho raccontato al Papa del progetto; sapeva che ero stata a Bangui. Gli ho raccontato che noi stiamo "adottando" questo ospedale con la formazione dei medici, con la scuola di specializzazione in pediatria, con la costruzione dei padiglioni che sono nelle tende. Poi gli ho anche detto che attraverso l'aiuto della Fondazione Cariplo e altri enti siamo riusciti a togliere  i profughi dal Seminario Maggiore, per fare in modo che questo potesse riprendere la sua attività di formazione. Inoltre tramite la Fao stiamo portando avanti un progetto agricolo sostenuto anche dal Ministero che può diventare una grande risorsa di lavoro per le persone. Ho detto al Papa che per me il Centrafrica deve essere l’esempio di persone che non devono emigrare in Italia, perché quando pensiamo al Paese cerchiamo di fare tutto perché loro possano rimanere: questa è la prima grande accoglienza che noi dobbiamo fare.

D. – Si sa quanto il Papa abbia a cuore i bambini e soprattutto quelli che soffrono, i malati. In questo c’è un’attenzione particolare anche verso l’ospedale, che per antonomasia rappresenta i bambini che soffrono e i bambini malati in questa città ma in tutta l’Italia…

R. – In tutto il mondo direi! Ho anche detto al Papa che stanno venendo bambini un po’ da tutto il mondo, anche bambini che non avrebbero possibilità di pagare le cure; noi li accogliamo perché questo deve essere l’ospedale, deve essere la testimonianza di un ospedale che vive di valori cristiani. Io ho detto al Papa che non deve essere così perché, come dicono a Roma, “è l’ospedale del Papa”, questa è una grazia in più! Ma deve essere così perché ogni ospedale, che ha le sue radici nel Vangelo, deve essere così. Ho aggiunto che una delle cose per me importanti è che la ricerca che noi facciamo possa essere divulgata il più possibile in maniera che tutti ne possano usufruire.

D. – In questa giornata speciale, l’udienza con il Papa, anche il dono dell’ecografo al Dispensario pediatrico Santa Marta e la sua visita a questa struttura in Vaticano che da quasi cento anni dà accoglienza, cure ai bambini di Roma e del mondo…

R. – È una giornata che rimane fortemente nel cuore, la benedizione che il Papa mi ha dato sulla fronte. Certo, sono cose che rimangono nel cuore, però questo dono al Dispensario è legato a tanti gesti che l’Ospedale deve fare. Poi come dicevo ridendo a suor Antonietta Collacchi (responsabile del Dispensario ndr) in fondo "siamo della stessa ditta"! E quindi è anche giusto condividere i beni.








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