2016-09-07 11:00:00

Migranti: 15 mila bambini raggiungono l'Italia da soli


Sono circa 400 mila i bambini che hanno raggiunto l’Europa via mare nel 2015, il 30% del totale dei flussi migratori. Molti di loro sono arrivati da soli e vivono in condizioni di emergenza in Centri di accoglienza ed hotspot. Per questo l’ong Save The Children ha organizzato a Roma una tavola rotonda tra le maggiori istituzioni e organizzazione che operano nel settore per chiedere all’Ue maggior tutela per i diritti dei minori. Il servizio di Michele Raviart:

In Italia sono circa 18 mila i bambini che nel 2016 hanno attraversato il Mediterraneo, 16 mila da soli, senza nessun adulto di riferimento. Una traversata che da gennaio a giugno è costata la vita a 137 minori, a fronte di oltre tremila vittime totali. Al loro arrivo, gli incerti criteri di valutazione rischiano di identificarli erroneamente come maggiorenni e quindi a rischio espulsione qualora non venisse concesso loro il diritto d’asilo. Raffaella Milano, direttore dei programmi Italia-Europa di Save the Children:

“La situazione in Italia è abbastanza complessa, perché quest’anno è notevolmente aumentato il numero dei minori arrivati nel Paese da soli. In alcuni casi, riescono ad entrare in strutture di accoglienza di qualità, con standard buoni e quindi sono poi reinseriti in un percorso di integrazione di lunga durata. In altri casi, questo purtroppo ancora non avviene. E cosa ancora più grave: molti di loro, per raggiungere familiari o conoscenti che si trovano in altri Paesi europei, in mancanza di un canale sicuro di viaggio in Europa sono costretti a rimettersi nelle mani di nuovi trafficanti”.

In Grecia, invece, dopo gli accordi tra Ue e Turchia, gli hotspot nelle isole dell’Egeo sono ormai assimilabili a centri detenzione, spesso in ampi luoghi pubblici senza ombra e con scarsi livelli di igiene e di servizi. Kostanitos Kazanas, avvocato internazionale:

 “The main priority is these children to be out of detention…
La priorità è che questi bambini siano tenuti fuori dai luoghi di detenzione. Infatti, in base all’accordo Ue-Turchia i minori rifugiati dei nuovi flussi migratori vengono rinchiusi in centri di detenzione: nelle stazioni di polizia o in luoghi gestiti dalla polizia. Questi bambini non devono essere rinchiusi in questi centri, ma devono invece trovare ospitalità in sistemazioni sicure, aperte e consone".

In queste condizioni i minori sono particolarmente esposti ad abusi e violenze. I loro dirittI sono tuttavia giuridicamente diversi, come spiega Valerio Neri, direttore generale di Save The Children Italia:

 “Noi riteniamo che i diritti dei minori, sanciti da tutte le convenzioni internazionali, dalla politica internazionale e dalla Carta dei diritti dell’infanzia delle Nazioni Unite, non siano rispettati. All’Europa chiediamo una normativa, una modalità e una procedura di accoglienza e di protezione dei minori migranti in Europa specifica per loro. Per esempio, chiediamo una normativa che non preveda la detenzione, ma il loro inserimento, l’accoglienza nei Paesi dove vogliono andare. Stiamo parlando di numeri ridicoli...”.

Si chiedono anche maggiori programmi di responsabilità condivisa tra i Paesi. In base all’accordo Ue-Turchia sono infatti 22 mila le persone che avrebbero diritto alla protezione internazionale, ma ad oggi solo 8 mila sono state reinsediate in Europa e solo 802 rifugiati siriani sono stati accolti in Turchia. Il piano Juncker invece, sostanzialmente “non sta funzionando”, ha detto il sottosegretario all’interno Domenico Manzione, e delle 160 mila persone previste ne sono state ricollocate, da Italia e Grecia agli altri Stati membri, solo tremila.








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