I corsi di religione nelle scuole primarie e nella formazione di bambini e giovani sono “importanti”: lo affermano chiaramente i responsabili delle Chiese e religioni del Belgio - cristiani, ebrei, musulmani, protestanti ed anglicani – in un appello congiunto diffuso in occasione dell’inizio dell’anno scolastico. Nei giorni scorsi, i firmatari del documento – riferisce l’agenzia Sir – si sono riuniti urgentemente, per dare voce alla preoccupazione di vedere i corsi di religione ostacolati o addirittura soppressi nelle scuole primarie del Belgio francofono.
I valori della fede, lievito della convivenza
Al termine dell’incontro, è stato diffuso un comunicato congiunto, indirizzato ai
genitori degli studenti: “I valori della fede, della giustizia, del dialogo e della
pace che si ritrovano in tutte le convinzioni religiose – si legge nel testo - permettono
non solo di approfondire le radici della cultura religiosa, ma sono anche un lievito
potente per costruire il vivere insieme”. Per questo, i leader religiosi condividono
“la preoccupazione espressa dai genitori degli studenti venuti a conoscenza del fatto
che, in alcune scuole, il corso di religione era saltato e che i relativi docenti
erano stati confinati ad incontrare gli studenti in sale di studio” e non in classe.
Libertà di religione e di espressione sono libertà fondamentali
In quest’ottica, i responsabili dei culti chiedono che, oltre ai corsi di educazione
alla filosofia e alla cittadinanza, “venga mantenuto il corso di religione, in conformità
con la Costituzione e le leggi in materia”. Ed aggiungono: “Nella nostra società,
la libertà religiosa e la libertà di espressione sono libertà fondamentali. Un corso
di religione permette agli studenti di conoscere meglio il contenuto della fede e
di interrogarsi su quel contenuto. Esso fornisce anche criteri e griglie di lettura
per esprimere le proprie credenze in una società multiculturale e multivaloriale”.
Necessaria una maggiore informazione
A tal proposito, i firmatari denunciano la pressione esercitata dalla Fapeo (la Federazione
che riunisce le associazioni dei genitori) che, nelle scuole, ha distribuito un volantino
in cui si invitano le famiglie a dispensare i ragazzi dai corsi di religione per iscriverli,
invece, ai corsi di educazione alla filosofia e alla cittadinanza. Si è trattato di
un’iniziativa – spiegano i leader religiosi – della quale non tutti i genitori degli
studenti erano stati informati.
I firmatari del documento
A firmare la dichiarazione congiunta sono: mons. De Kesel, arcivescovo di Malines-Bruxelles;
il metropolita Atenagora della Chiesa ortodossa belga; il presidente del Concistoro
centrale israelita del Belgio, Markiewicz; il pastore Fuite, presidente della Chiesa
protestaste unita del Paese; il dott. Lorein, capo del Sinodo federale delle Chiese
protestanti ed evangeliche; Salah Echallaoui, presidente dell’esecutivo musulmano
del Belgio e Jack McDonald, presidente del Comitato centrale della Chiesa anglicana
nel Paese.
La decisione del governo
Da ricordare che, in seguito agli attentati terroristici avvenuti nel Paese, il Belgio
ha deciso di prendere le distanze dalle religioni e il 21 ottobre del 2015 il governo
della Federazione Vallonia-Bruxelles ha stabilito, tramite decreto, di introdurre
e proporre agli studenti delle scuole pubbliche (dal 2016 per gli alunni delle primarie
e dal 2017 per quelli delle secondarie) un corso di “educazione alla filosofia e alla
cittadinanza”, alternativo al corso di religione. (I.P.)
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