2016-09-08 14:39:00

Ue: Ok piano per siriani in Turchia. Oxfam: allarme minori scomparsi


L'Unione Europea si appresta ad avviare il programma umanitario più grande della sua storia, per un valore complessivo da 348 milioni di euro. E mentre Oxfam lancia l’allarme minori non accompagnati scomparsi in Italia, è polemica per la decisione della Gran Bretagna di costruire una barriera a Calais, per evitare l’arrivo di nuovi migranti. Il servizio di Massimiliano Menichetti:

L’Unione Europea si mobilita sul fronte delle crisi umanitarie e avvia un programma da 349 milioni di euro per i profughi siriani in Turchia. L’iniziativa fa parte del pacchetto da tre miliardi di euro previsti dall'intesa siglata tra l’Ue e Ankara. In pratica ci saranno trasferimenti diretti di denaro, ogni mese, direttamente su carte elettroniche per far fronte alle singole necessità. Mentre ci si muove per aiutare chi scappa dalle guerre in Medio Oriente e Africa, in Europa però si alza un altro muro: quello di Calais. A costruirlo sarà la Gran Bretagna che tra polemiche e consensi vuole blindare, al di là del mare, una delle principali porte d'ingresso dei flussi migratori dal Vecchio Continente. Secondo Caritas sono oltre 50 i muri nel mondo che, insieme ai mari, costituiscono barriere inaccessibili o cimiteri per migliaia di persone. E’ così ad esempio tra il Marocco e la parte dell'ex-Sahara Occidentale, tra il Messico e gli Stati Uniti, come pure tra Israele e Palestina o India e Bangladesh. Secondo l’ultimo rapporto Caritas “in media ogni quattro secondi, nel mondo, una persona è costretta a fuggire dalla propria casa”. In questo scenario Oxfam lancia un altro allarme relativo ai bambini migranti e rifugiati non accompagnati arrivati quest'anno in Europa attraverso l'Italia. Secondo i dati della associazione umanitaria, il numero dei piccoli è raddoppiato, ma ogni giorno 28 bambini si dileguano senza lasciare traccia. Nei primi sei mesi del 2016, sono stati infatti 5.222 i minori non accompagnati dichiarati "scomparsi". Un sistema inadeguato ed inefficace, denunciano alcuni, consente ai bambini di fuggire dai centri d'accoglienza per continuare il viaggio in altri Paesi dove hanno conoscenti o parenti. Un viaggio fuori dalla legalità e senza alcuna protezione.

Sui muri che sta innalzando l’Europa in particolare quello di Calais, abbiamo intervistato Oliviero Forti, presidente del gruppo di lavoro Caritas Europa sulle migrazioni e responsabile immigrazione Caritas italiana:

R. – Il muro a Calais era stato preannunciato… E' chiaro che ci trova esterrefatti per questa mossa da parte della Gran Bretagna. E’ un Paese che ha sempre lottato per i diritti civili e oggi si trova al pari di altri – ricordo l’Ungheria, più recentemente, ma anche la Bulgaria – a costruire una barriera anti-immigranti. L’incapacità di un Paese come la Gran Bretagna di gestire un fenomeno sicuramente complesso come l’immigrazione è lo specchio di un’Europa che perde un altro colpo e questo ci preoccupa oltremodo: non è tanto il chilometro di muro che verrà costruito, quanto l’atteggiamento che ormai tutti stiamo assumendo rispetto a un tema che invece richiederebbe una riflessione o una lungimiranza che mancano completamente. Ecco, l’Italia, devo dire, da questo punto divista si sta distinguendo, per fortuna…

D. – Ciò che blocca è più la paura o un’incapacità di gestire questi flussi di persone che fuggono da guerre e difficoltà?

R. – E’ un mix letale di queste due cose. Evidentemente, l’incapacità genera paura. Però, bisogna agire partendo dai Paesi di origine. Vengo da un viaggio in Nigeria: persone che vivono con meno di un dollaro al giorno hanno spesso come unica speranza quella di lasciare quel Paese. Se noi non interveniamo in questi Paesi, evidentemente dovremo trovare soluzioni a un continuo flusso, ripeto, che è destinato ad aumentare.

D. – Intervenire nei Paesi di origine e canali umanitari: sono queste le vie?

R. – I canali umanitari, che anche noi a breve implementeremo se le cose andranno come auspichiamo con l’Etiopia, non sono certamente “la” soluzione: questo bisogna dirlo con grande chiarezza. Sono uno dei tanti strumenti che in questa fase è necessario mettere in campo per dare la possibilità soprattutto ai più vulnerabili, a quelli che non hanno alcuna possibilità, a chi è bloccato nei campi profughi, di sfuggire a una morte certa. Questo è il punto. Ma la gestione dei flussi così come noi li conosciamo, e che riguardano milioni di persone l’anno, può avvenire solo con politiche serie e mirate nei Paesi di origine e di transito. Finché non si avrà il coraggio di fare questo, evidentemente la soluzione rimarrà distante. Forse non ci sarà mai.

D. – Voi lavorate concretamente sul campo. Non avete l’impressione che a livello politico internazionale ci sia soltanto un gran parlare?

R. – Non è, io credo, un’impressione: è una certezza. E’ sotto gli occhi di tutti. Si rincorrono le piccole questioni e non si riesce ad avere uno sguardo più ampio che invece è quello necessario per tentare – e voglio sottolineare questo verbo: tentare – di dare una soluzione a questo tema, elaborare un piano che sia un piano per il mondo, per il pianeta, perché qui non riguarda solo alcuni, ma tutti i Paesi del globo sono in qualche modo coinvolti in questa grande sfida dell’immigrazione.

D. – Un po’ come ribadite nel vostro dossier: oltre 50 muri e mari che bloccano le persone…

R. – Sì, è incredibile: nel 2016, invece che diminuire i muri aumentano e incredibilmente aumentano anche in quel luogo che abbiamo considerato un baluardo dei diritti civili, come l’Europa, che solo nell’ultimo anno ha visto costruire almeno due-tre nuovi muri. Questo è inaccettabile e su questo dobbiamo lavorare, a partire da una seria riflessione su quale strada intenda intraprendere l’Europa nel prossimo futuro. Perché se andiamo avanti così, non dovremo più sorprenderci della "Brexit" o di altri Paesi che desidereranno di non far più parte di un luogo che era nato con tutt’altro intento, che era nato con tutt’altri scopi e che oggi sta frantumandosi di fronte alla grande sfida dell’immigrazione.








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