2016-09-09 14:33:00

Chiese Medio Oriente: no estremismi, riconoscere contributo cristiano


Le Chiese e le comunità cristiane del Medio Oriente apprezzano e seguono con ottimismo le iniziative di istituzioni e leader musulmani della regione “che si sono impegnati nel rifiuto dell'estremismo e della violenza, hanno affermato il rispetto della diversità e hanno riconosciuto il ruolo della componente cristiana come fattore originale e fondamentale della civiltà araba e dell'intera regione, invocando che tale fattore sia preservato”. Così i capi ed i rappresentanti di tutte le Chiese e le comunità ecclesiali riuniti ad Amman, nella loro XI Assemblea, hanno voluto rendere omaggio ai rappresentanti di comunità e istituzioni islamiche che, di fronte alle travagliate vicende in atto nell'area mediorientale, hanno riconosciuto la presenza cristiana in Medio Oriente come fattore autoctono e componente ineliminabile delle società mediorientali.

Occorre collaborazione e condivisione
Il sentimento di gratitudine è stato espresso nel messaggio diffuso al termine della XI Assemblea del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, conclusasi giovedì 8 settembre ad Amman. “L'Assemblea - si legge nel documento, riportato dall'agenzia Fides - si augura che tali atteggiamenti espressi da istituzioni e rappresentanti musulmani" si traducano in misure concrete, per passare ad un nuovo modello di collaborazione e condivisione. Il documento riflette anche considerazioni e criteri condivisi dalle Chiese cristiane per affrontare i problemi e i drammi che segnano l'attualità mediorientale.

Fermare il conflitto in Siria
Tra questi, si esprime l'intenzione di costituire una delegazione incaricata di girare i Paesi del Medio Oriente per incontrare autorità civili e religiose, compresi i leader delle grandi istituzioni islamiche come l'Università sunnita di Al Azhar e quella sciita di Qom, per cercare insieme soluzioni atte a favorire la continuità della presenza cristiana nella regione. I Capi delle Chiese e delle comunità cristiane invitano, inoltre, la comunità internazionale a intervenire per fermare il conflitto siriano, astenendosi “dal fornire armi a gruppi terroristici” e perseguendo una soluzione pacifica della crisi siriana che non metta a rischio “l'unità della Siria” e la convivenza delle diverse componenti etniche e religiose in seno alla società civile.

Sostenere gli sfollati, aiutare il popolo palestinese e l’isola di Cipro
Il documento richiama, poi, la responsabilità dei Paesi arabi e della comunità internazionale all'accoglienza e al sostegno agli sfollati, sul modello di quanto fanno le Chiese e gli organismi ecclesiali, mettendo in conto anche il futuro appoggio da fornire al “ritorno” dei rifugiati alle proprie terre natali, “al più presto possibile”. Si ribadisce inoltre il sostegno alla causa del popolo palestinese e al suo diritto ad avere uno Stato, chiedendo di porre fine alla situazione anomala vissuta dall'isola di Cipro, ripristinando l'unità del territorio e garantendo i diritti di tutti i suoi cittadini.

Ringraziamenti alla Giordania e all’Egitto
Infine, il messaggio conclusivo esprime ringraziamenti al Regno Hashemito di Giordania, che ha ospitato i lavori, e del quale viene riaffermato il ruolo di custode dei Luoghi Santi anche cristiani in Terra Santa. Vengono ringraziate poi le autorità egiziane, per aver emanato la nuova legge sulla costruzione e ristrutturazione dei luoghi di culto cristiani.








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