2016-09-10 12:00:00

Ucraina: il saluto del Papa alla Chiesa cattolica di rito latino


La Chiesa cattolica ucraina di rito latino festeggia i 25 anni della ricostituzione delle sue strutture, con le nomine episcopali decise da Giovanni Paolo II nel 1991. Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato emerito, ha presieduto stamane la Messa nella Cattedrale latina di Leopoli, portando il saluto di Papa Francesco. Ha concelebrato l’arcivescovo latino di Leopoli, mons. Mieczysław Mokrzyck. Il cardinale Bertone, ricordando il motto di questa città, "Leopoli sempre fedele", ha parlato degli eroi della fede che durante le persecuzioni sono rimasti fedeli alla roccia che è Cristo e al suo Vicario e hanno perseverato nella carità gli uni verso gli altri. Su questo anniversario ascoltiamo il nunzio apostolico in Ucraina, mons. Claudio Gugerotti, al microfono di Costantino Chavaga:

R. – Per la Chiesa universale è stata un’esperienza di grande commozione e di grande fede. Di grande commozione, perché è riemersa una realtà poco conosciuta, che era rimasta per tanto tempo in una situazione di congelamento e molto spesso con grandi sofferenze. La seconda cosa è che questo rinnovo delle strutture della Chiesa latina si accompagnava al rinnovo delle strutture della Chiesa greco-cattolica, che ancora meno era conosciuta a causa della situazione di clandestinità completa. Tutto questo poi per il mondo aveva un nome: San Giovanni Paolo II. È lui che ha assolutamente voluto ridare il più presto possibile alla Chiesa in Ucraina tutte le sue strutture giuridiche. Anche perché il legame che lo univa all’Ucraina era molto forte: lui sentiva una grande attrazione per questo Paese e un grande affetto, come ha dimostrato durante un suo viaggio in questo Paese in un momento molto difficile.

D. – Che posto occupa la Chiesa cattolica nella società ucraina?

R. – Un posto particolarmente importante. Perché è speranza per tante persone che sono alla ricerca del significato della vita. E dopo i recenti avvenimenti – la rivoluzione arancione, Maidan – questo interrogarsi sul senso della vita è diventato sempre più frequente. E la Chiesa cattolica si sente una grande responsabilità in questo momento per poter raggiungere le persone che cercano e cercare di rispondere alle loro domande.

D. – Che futuro vede per la Chiesa cattolica in Ucraina?

R. – Sta nelle mani di Dio. E’ difficile poterlo immaginare. Quello che è sicuro è che la sorte della Chiesa cattolica in Ucraina dipende dalla sorte dell’Ucraina. Quindi, se ci sarà la pace, ci sarà la pace anche tra le confessioni religiose. E se ci sarà la pace tra le confessioni religiose, ci sarà una sempre maggiore possibilità di testimoniare più coerentemente il Vangelo di Gesù. Dipende anche da noi questo futuro; perché se le nostre strutture ecclesiastiche avranno la forza e il coraggio di andare incontro alle persone che cercano, invece di aspettarle, sarà sempre più forte l’impatto della Chiesa sulla popolazione ucraina. Certamente, la Chiesa cattolica oggi è una grande forza che cerca la pace. E questa è la volontà di Papa Francesco per la Chiesa ucraina: che sia un ponte, uno strumento di pace anche laddove le persone pensano che non ci sia più possibilità di dialogare.

D. – E' presente a Leopoli il cardinale Tarcisio Bertone: come considera questa sua partecipazione?

R. – La presenza di un cardinale come il cardinale Bertone certamente ha un significato di grande profondità e anche di grande simbolismo; tanto più che avviene a pochi mesi di distanza dalla visita del suo successore: il cardinale Parolin. Questo mostra quanto la Santa Sede è attenta, preoccupata, ma anche solidale con l’Ucraina.








All the contents on this site are copyrighted ©.