Otto giorni in Terra Santa, in segno di solidarietà con tutti i cristiani: con questo obiettivo, è iniziato ieri il pellegrinaggio di 177 fedeli irlandesi nella regione legata alla vita terrena di Cristo. L’iniziativa, che si concluderà il 17 settembre, è guidata da mons. Eamon Martin, arcivescovo di Armagh e Primate di tutta l’Irlanda.
Non dimenticare i cristiani di Terra Santa
“Questo pellegrinaggio – informa una nota della Conferenza episcopale irlandese –
vuole essere un modo per dimostrare solidarietà alla comunità cristiana locale che,
negli ultimi decenni, è andata diminuendo”. Per questo, è “molto apprezzata la presenza
di fedeli” provenienti da altri Paesi, perché ricorda ai cristiani di Terra Santa
che “non sono stati dimenticati e porta, nel buio della loro sofferenza, un barlume
di speranza e di gioia”.
Le sofferenze causate da persecuzione ed emarginazione
“Molti cristiani di Terra Santa – sottolinea infatti mons. Martin – si sentono soli,
abbandonati e temono di essere trascurati, se non addirittura dimenticati, dai loro
fratelli e sorelle nel resto del mondo”. In quest’ottica, quindi, il pellegrinaggio
dei fedeli irlandesi è “un'espressione tangibile di solidarietà, soprattutto in questo
momento di sofferenza vissuto nella regione, a causa delle persecuzioni religiose
e dell’emarginazione sociale ed economica ".
L’importanza dei gemellaggi parrocchiali
Le tappe del pellegrinaggio prevedono la Galilea, Betlemme e Gerusalemme. In programma
anche un incontro con il sindaco di Betlemme, Vera Baboun, e con mons. William Shomali,
vescovo del Patriarcato latino di Gerusalemme. Infine, mons. Martin auspica che il
pellegrinaggio in corso sia solo l’inizio di una serie di viaggi che porterà sempre
più persone irlandesi in questa regione storica e ricorda l’importanza dei gemellaggi
tra le parrocchie irlandesi e quelle di Terra Santa per offrire “un supporto pratico
e materiale alle comunità locali”. (I.P.)
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