2016-09-11 10:24:00

Festival dei ragazzi, mons Galantino: guardare oltre la parrocchia


Il dialogo tra giovani e istituzione per una città e un mondo più vivibile è stato al centro dell'incontro "A noi la parola", che si è svolto in aula Paolo VI in Vaticano. Circa mille i giovani dell'Azione Cattolica Ragazzi presenti, provenienti da oltre cento diocesi italiane. Assente il sindaco di Roma Virginia Raggi, che ha annullato la sua partecipazione per motivi personali. II servizio di Michele Raviart:

Una città vivibile, in cui sia possibile avere cura di spazi, in cui stanno bene tutti, dalla casa, alle aree verdi, alla parrocchia, e contro chi pretende di cambiare il mondo secondo egoismi personali. Una visione, quella presentata dai ragazzi dell'Azione Cattolica, che presuppone un dialogo virtuoso tra giovani e istituzioni, come ha spiegato mons. Mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, che non si è detto deluso dall'assenza del sindaco di Roma, Virginia Raggi.

“Sono venuto qui per un altro motivo e non per incontrare gli amministratori di Roma: sono venuto qui per ascoltare i ragazzi. Questa è la cosa fondamentale! Penso che la cosa più bella, la cosa più importante sia quando noi, tutti quanti - istituzioni ecclesiastiche e istituzioni anche civili, amministratori - ci mettiamo in ascolto dei ragazzi, perché i ragazzi, i giovani probabilmente sono meno ideologizzati di noi e quindi hanno anche la capacità di trasmetterci i loro sogni, le loro attese, i loro bisogni”.

Per l'amministrazione capitolina è intervenuto, invece, l'assessore alle politiche sociali Laura Baldassarre, che ha ribadito l'importanza che i ragazzi hanno posto sulla cura della persona e dell'ambiente:

“I ragazzi, qui, hanno detto che prima di tutto bisogno pensarla la città e poi realizzarla. Loro ci ricordano le cose importanti: l’importanza di non essere soli, di avere posti di aggregazione, luoghi dove incontrarsi. Noi stiamo lavorando per Roma e siamo una squadra al lavoro per Roma”.

L'incontro, che è stato preparato per un anno da ragazzi tra i 7 e i 14 anni, risponde all'invito di Papa Francesco a diventare una "Chiesa in uscita". Lo ha ricordato lo stesso mons. Galantino: "Non basta stare in parrocchia, bisogna vedere cosa c'è intorno e lontano". Matteo Truffelli, responsabile nazionale dell'Azione Cattolica:

“Questi sono ragazzi che, come tutti i ragazzi, sanno sognare e sanno anche pensare insieme e costruire insieme quello che noi chiamiamo ‘bene comune’. Per i ragazzi, come per i giovani e come per gli adulti, i ragazzi sono la Chiesa in uscita, perché sono la Chiesa che vive nella città, che vive nelle strade, che vive nelle scuole, che vive nei quartieri. Lì vive la Chiesa e vive innanzitutto attraverso i laici. E questi sono ragazzi laici, protagonisti di questa Chiesa”.

Ad ispirare i tre giorni dell'intero "Festival dei Ragazzi", organizzato a Roma dall'Azione Cattolica Ragazzi e di cui "A noi la parola" fa parte, sono stati i cinque "atteggiamenti" consigliati da Papa Francesco nel'“Evangelii Gaudium” (prendere l'iniziativa, coinvolgersi, accompagnare, fruttificare, festeggiare), come anche l'Enciclica “Laudato si'” sulla cura della casa comune. Ascoltiamo due dei ragazzi che hanno partecipato: Claudio, della diocesi di Conversano-Monopoli, e Aurora, da Monreale:

R. – Sicuramente abbiamo molto ancora da fare dal punto di vista della cura del Creato. Però iniziare già con i ragazzi è un ottimo punto di partenza, perché aiuta le future generazioni a tenere a mente questo bene comune che è il Creato.

R. – La partecipazione dei ragazzi all’interno della vita parrocchiale è stata incitata anche dal Santo Padre durante il nostro incontro. Chi c’è stato prima di noi ha distrutto quello che avrebbe dovuto salvaguardare: quindi ora tocca a noi salvaguardarlo e portarlo avanti verso chi verrà dopo di noi.








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