2016-09-13 12:41:00

Corea del Nord: aumentano le tensioni con gli Stati Uniti


Non accenna a diminuire la tensione nella penisola coreana. Alcuni giorni dopo il quinto test nucleare del regime di Pyongyang, gli Stati Uniti hanno annunciato l’invio in Corea del Sud di due bombardieri con capacità nucleare, in funzione di deterrente verso il regime di Kim Jong Un. Sembra, inoltre, che un sesto test possa essere imminente. Andrea Walton ha chiesto a Francesco Sisci, corrispondente a Pechino per il Sole24ore, se le attuali vicende possano degenerare in un conflitto armato:

R. – E’ difficile fare previsioni per quanto riguarda la Nord Corea, perché per i decenni passati Pyongyang si è rivelata assolutamente imprevedibile! Certo, quello che si vede oggi è un aumento di tensione tra Nord e Sud Corea, ma anche un aumento di tensione nel quadro generale del Nord Asia, che – tra l’altro – è causa ed effetto di questa tensione: parlo cioè di una maggiore tensione tra Cina da una parte e Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone dall’altra. Cosa, questa, che non è assolutamente buona per la pace mondiale.

D. – Quali potrebbero essere le prossime mosse di Pyongyang?

R. – Quello che Pyongyang vorrebbe avere è un dialogo a due con gli Stati Uniti. Ma gli Stati Uniti non sono assolutamente disposti a questo, perché questo significherebbe scavalcare Sud Corea e Giappone e significherebbe anche, in qualche modo, delegittimare Seul. Però quello che sta accadendo, in realtà, è che Pyongyang ha avuto il fiuto di vedere che in questa tensione attuale tra Cina e Stati Uniti, la Cina non ha voglia di fare troppe pressioni su Pyongyang per risolvere la questione. E quindi, in questa situazione, gioca ad aumentare ulteriormente la tensione per avere carte di scambio sia con Washington, da una parte, ma anche con Pechino dall’altra.

D. – E quale ruolo, dunque, potranno ricoprire gli Stati Uniti e la Cina nell’evoluzione delle vicende?

R. – Il problema dei problemi è un buon rapporto tra di loro. Se c’è un buon rapporto tra Stati Uniti e Cina, gli spazi di manovra di Pyongyang oggettivamente si riducono. In realtà l’ideatore di questo progetto, che è l’ambasciatore Joseph De Trani, pensava probabilmente proprio a questo e cioè alla Nord Corea come una prova, un terreno di prova per migliorare i rapporti tra Cina e Stati Uniti.

D. – Può essere impedito in modo pacifico al regime di Kim Jong-un di sospendere il proprio programma nucleare o l’unica opzione potrà essere quella dell’intervento militare?

R. – La Nord Corea ha oggi migliaia di cannoni puntati contro Seul: quindi, seppure un'azione militare potrebbe eliminare le basi nucleari, le basi missilistiche e impedire una invasione come quella del 1950 del Nord contro il Sud, sarebbe impossibile impedire un bombardamento massiccio contro Seul, una città di 10 milioni di abitanti. Avremo decine, se non centinaia di migliaia di vittime civili ed un disastro economico per tutta l’Asia orientale e per tutto il mondo. Senz’altro deve essere trovata una soluzione pacifica! Come può essere trovata? Ecco, lì, l’unica chiave è un rapporto migliore e più diretto tra Cina e Stati Uniti.








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