“La risoluzione e la riconciliazione sono possibili” e “la violenza e il conflitto possono essere superati e sostituiti da pace e sicurezza”. Lo ha detto al sindaco di Betlemme, Vera Baboun, l’arcivescovo di Armagh e primate di tutta l’Irlanda Eamon Martin, che sta guidando un pellegrinaggio di solidarietà di otto giorni in Terra Santa. All’iniziativa - riporta l'agenzia Sir - partecipano 177 fedeli irlandesi, con l’obiettivo di “esprimere solidarietà ai cristiani di questa terra, discendenti di coloro che per primi udirono la gioia del Vangelo nel canto degli angeli”.
Portare la speranza a tutti i cristiani della regione
“Mentre camminiamo in questi giorni tra gli scavi di antiche fondamenta da Nazaret
a Gerico e Gerusalemme – afferma mons. Martin, citato dall’agenzia Sir - siamo consapevoli
che i cristiani in questa regione sono le ‘pietre vive’ che hanno fedelmente testimoniato
Cristo trasmettendo il Vangelo per più di venti secoli”. Con riferimento alle lotte
sperimentate dalle comunità locali “stanche del conflitto, della violenza e dell’ingiustizia”,
l’arcivescovo di Armagh assicura di conoscere, “attraverso le nostre esperienze in
Irlanda, la frustrazione causata da un ciclo di conflitti apparentemente senza fine
e la tentazione sempre presente della disperazione” e aggiunge: “Vogliamo portare
la speranza”.
Pace e sicurezza possono vincere su violenze e conflitti
Esercito nelle strade, posti di blocco, muri di sicurezza, bombe e sparatorie, “settarismo,
odio e fanatismo che possono trasformare i vicini in nemici e in sospetti, la cultura
e persino la religione in differenza e divisione” sono esperienze comuni. Tuttavia,
assicura il Primate d’Irlanda, “sappiamo anche che la risoluzione e la riconciliazione
sono possibili e che la violenza e il conflitto possono essere superati e sostituiti
da pace e sicurezza”. Per questo occorre” non sottovalutare il potere trasformante
della leadership coraggiosa, sostenuta dalla cooperazione e solidarietà internazionale”.
Preghiera e solidarietà
“Noi non veniamo a offrire soluzioni semplicistiche a un conflitto complesso – conclude
mons. Martin - “ma veniamo con le uniche cose che abbiamo: la preghiera e la solidarietà”
intensificando “la nostra richiesta di comprensione reciproca e di una pace giusta
e duratura per questa terra che ha conosciuto troppo conflitto, troppo dolore e troppa
divisione”. (I.P.)
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