2016-09-16 13:18:00

Il cordoglio del Papa per la scomparsa del presidente Ciampi


Si è spento oggi a Roma Carlo Azeglio Ciampi, presidente della Repubblica italiana dal 1999 al 2006. Prima ancora il capo dello Stato emerito era stato Governatore della Banca d'Italia, poi presidente del Consiglio, quindi ministro del Tesoro dal 1996 fino all'elezione al Quirinale. Avrebbe compiuto 96 anni il prossimo 9 dicembre. Domani la camera ardente, mentre da tutto il mondo politico arrivano messaggi di cordoglio. Il presidente della Repubblica Mattarella, che oggi ha reso omaggio alla salma, parteciperà ai funerali che si terranno in forma privata a Roma lunedì prossimo, proclamato giornata di lutto nazionale.

Papa Francesco ha espresso il suo cordoglio in un telegramma indirizzato alla moglie, la signora Franca Pilla, nel quale afferma che Ciampi ha ricoperto “le pubbliche responsabilità con signorile discrezione e forte senso dello Stato". "Nel ricordare la sincera amicizia che legava questo illustre uomo delle istituzioni a San Giovanni Paolo II" - conclude il Papa - "elevo fervide preghiere di suffragio invocando dal Signore per la Sua anima la pace eterna. Con tali sentimenti invio a Lei e ai congiunti la benedizione apostolica". Il servizio di Giancarlo La Vella:

Carlo Azeglio Ciampi è stato il primo Capo dello Stato non parlamentare della storia della Repubblica italiana. La sua fedeltà nelle istituzioni democratiche nasce da giovanissimo, quando, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, rifiutò di aderire alla Repubblica sociale e si rifugiò in Abruzzo, dove insieme con altri antifascisti, abbracciato il pensiero liberal-socialista, si riunì con gli alleati e i patrioti della Brigata Majella. Il diario di quei giorni drammatici venne donato dallo stesso Ciampi al Liceo Scientifico di Sulmona. Con l’avvento della repubblica, la carriera in Banca d’Italia, di cui divenne Governatore nel 1979. Poi l’impegno nelle istituzioni con le cariche di governo. Il 13 maggio 1999 l’elezione al primo scrutinio come 10° Presidente della Repubblica italiana, successore di Oscar Luigi Scalfaro. Da Capo dello Stato incontrò i Pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Alla morte di Karol Wojtyla ebbe a dire: “Per il modo con cui ha affrontato la sua lunga malattia, il Papa ci ha offerto un esempio di come si possano mantenere fino alla fine dignità e serenità”. Tutto il mondo politico italiano, e non solo, esprime in queste ore il suo cordoglio per la scomparsa di Ciampi, come uomo, economista e garante delle istituzioni.

Ciampi viene ricordato come uno strenuo difensore della stabilità dei conti pubblici. Roberto Mazzotta, già banchiere e componente dell’Istituto Sturzo, lo ha conosciuto da vicino. Alessandro Guarasci lo ha intervistato:

R. – Aveva una particolare e sottolineata attenzione alla stabilità e alla sicurezza della moneta. Come diceva lui: “Occorre dare un’ancora al cambio”. Lui vedeva questo, in un Paese come l’Italia che ha i suoi problemi e che ha sempre avuto elementi pesanti di squilibrio finanziario, soprattutto sul piano del debito pubblico, ma non solo. Vedeva questo come un elemento fondamentale, non soltanto per l’equilibrio finanziario del Paese, ma anche per le condizioni necessarie per la sua crescita economica e per la sua stabilità politica. Quindi, da questa concezione nasce il costruttore dell’euro.

D. – Ma Ciampi come concepiva l’euro?

R. – Ciampi vedeva nella moneta europea, e quindi nella trasformazione, nel passaggio dalla lira alla moneta unica, un passaggio che dava all’Italia una garanzia fondamentale da questo punto di vista e, conseguentemente, certo qualche vincolo, qualche problema non da poco, aggiuntivo, ma un elemento di sicurezza, di stabilità e di continuità delle condizioni di crescita economica sicuramente fondamentali.

D. – Però Ciampi era anche un sostenitore di una forte unità politica dell’Europa…

R. – Certo, anche questo. Ciampi apparteneva ad una generazione che aveva conosciuto la tragedia del suicidio della guerra, delle dittature. E questa generazione ha sempre avuto il sogno europeo. Sogno europeo visto come straordinaria trasformazione delle condizioni che facevano passare dalla sciagura dei nazionalismi alla sicurezza della solidarietà tra le nazioni e alla costruzione di un’Europa unita. E sarebbe indispensabile ripartire da quella generazione per vedere se abbiamo la fortuna di poter dare ai giovani nuovi elementi e rinnovate ragioni per ricostruire un diverso sogno europeo, ma possibilmente con lo stesso obiettivo: quello di arrivare all’integrazione di un’Europa unita, prima economicamente e poi politicamente.








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