I cattolici degli Stati Uniti sono invitati a “superare le divisioni partitiche” sui temi che riguardano i migranti, ricordando il messaggio evangelico e gli insegnamenti sociali della Chiesa, fondati sull’accoglienza dello straniero. Lo afferma mons. Eusebio Elizondo, vescovo ausiliare di Seattle e presidente del Comitato per le migrazioni della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, in una dichiarazione in vista del Summit su rifugiati e migranti che si svolgerà nella sede delle Nazioni Unite a New York lunedì 19 settembre.
Non soffocare la solidarietà e lo spirito
di comunità
“Siamo immersi in un contesto sociale che mette in
evidenza le divisioni e i disaccordi e soffoca la solidarietà e un autentico spirito
di comunità”, afferma il presule, citato dall’agenzia Sir. I vescovi cattolici Usa
riconoscono la necessità, per le nazioni, di controllare le proprie frontiere, ma
ribadiscono al tempo stesso “il diritto di emigrare per le persone che non riescono
a trovare mezzi di sostentamento nel proprio Paese o se costrette a fuggire da persecuzioni
e violenza”. “Le nazioni sovrane – si legge nella dichiarazione di mons. Elizondo
– devono trovare il modo per rispettare questo diritto”.
Tutti devono poter vivere liberi e con
dignità
Non basta, quindi “accogliere i migranti nelle nostre
comunità”, prosegue il presule statunitense, perché “i leader politici e religiosi
di questa nazione devono lavorare con i leader degli altri Paesi, per creare le condizioni
per cui le persone non siano obbligate ad emigrare”. Di qui, l’appello finale della
Chiesa Usa a promuovere “il bene comune in ogni luogo”, e costruire un mondo “nel
quale tutti possano avere accesso alle opportunità economiche, politiche e sociali
che consentono di vivere liberi e con dignità”.
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