2016-09-18 12:31:00

Papa: mondo unito per la pace. Oggi corruzione è come droga


La guerra oggi è “dappertutto”: il mondo, dunque, preghi “unito” per la pace. Così il Papa all’Angelus in Piazza San Pietro. Francesco ha pure esortato a vivere secondo il Vangelo, scegliendo la strada retta indicata da Gesù e non seguendo la logica di una “diffusa corruzione”. Quindi ha ricordato l’odierna chiusura a Genova del Congresso Eucaristico Nazionale e la Beatificazione ieri in Sardegna di Elisabetta Sanna. Il servizio di Giada Aquilino:

Tutto il mondo preghi “unito” per la pace. Si è levato forte l’appello del Papa all’Angelus in Piazza San Pietro. Il Pontefice ha ricordato che martedì prossimo sarà ad Assisi per l’incontro interreligioso convocato a trent’anni da quello storico voluto da San Giovanni Paolo II. Ha invitato parrocchie, associazioni ecclesiali e singoli fedeli a vivere quei momenti “come una Giornata di preghiera per la pace”.

“Oggi più che mai abbiamo bisogno di pace in questa guerra che è dappertutto nel mondo. Preghiamo per la pace! Sull’esempio di san Francesco, uomo di fraternità e di mitezza, siamo tutti chiamati ad offrire al mondo una forte testimonianza del nostro comune impegno per la pace e la riconciliazione tra i popoli. Così martedì, tutti uniti in preghiera: ognuno si prenda un tempo, quello che può, per pregare per la pace. Tutto il mondo unito”.

Quindi, meditando sulla parabola dell’amministratore infedele e corrotto, che viene presentato dall’evangelista Luca come “esempio di scaltrezza”, Francesco ha esortato ad allontanarsi dallo spirito e dai valori del mondo, “che tanto piacciono al demonio”, per vivere secondo il Vangelo. L’invito è stato a compiere una “scelta chiara” tra Gesù e lo “spirito del mondo”, tra la logica della corruzione, della sopraffazione e dell’avidità e quella della rettitudine, della mitezza e della condivisione:

“Qualcuno si comporta con la corruzione come con le droghe: pensa di poterla usare e smettere quando vuole. Si comincia da poco: una mancia di qua, una tangente di là… E tra questa e quella lentamente si perde la propria libertà. Anche la corruzione produce assuefazione, e genera povertà, sfruttamento, sofferenza. E quante vittime ci sono oggi nel mondo! Quante vittime di questa diffusa corruzione”.

Seguendo invece la logica evangelica “dell’integrità, della limpidezza nelle intenzioni e nei comportamenti, della fraternità”, ha osservato, diventiamo “artigiani di giustizia”, aprendo “orizzonti di speranza per l’umanità”. È nella gratuità e nella donazione di noi stessi ai fratelli, ha aggiunto, che possiamo servire “il padrone giusto”, cioè Dio. Il percorso della vita, ha dunque riflettuto, comporta una “scelta”, senza “oscillare”, tra due strade che “si muovono su logiche diverse e contrastanti”: onestà e disonestà, fedeltà e infedeltà, egoismo e altruismo, bene e male.

“Il profeta Elia diceva al popolo di Israele che andava su queste due strade: ‘Voi zoppicate con i due piedi’! È bella l’immagine. È importante decidere quale direzione prendere e poi, una volta scelta quella giusta, camminare con slancio e determinazione, affidandosi alla grazia del Signore e al sostegno del suo Spirito”.

Bisogna quindi rispondere “con l’astuzia cristiana” all’astuzia mondana:

“La mondanità si manifesta con atteggiamenti di corruzione, di inganno, di sopraffazione, e costituisce la strada più sbagliata, la strada del peccato, perché una ti porta all’altra! È come una catena, anche se - è vero - è la strada più comoda da percorrere, generalmente. Invece lo spirito del Vangelo richiede uno stile di vita serio - serio ma gioioso, pieno di gioia! -, serio e impegnativo, improntato all’onestà, alla correttezza, al rispetto degli altri e della loro dignità, al senso del dovere. E questa è l’astuzia cristiana”.

Francesco ha poi ricordato che ieri in Sardegna è stata proclamata Beata Elisabetta Sanna, madre di famiglia che, rimasta vedova, si dedicò totalmente alla preghiera e al servizio degli ammalati e dei poveri.

“La sua testimonianza è modello di carità evangelica animata dalla fede”.

Ha quindi salutato la conclusione a Genova del Congresso Eucaristico Nazionale:

“Rivolgo un saluto speciale a tutti i fedeli là convenuti, e auspico che questo evento di grazia ravvivi nel popolo italiano la fede nel santissimo Sacramento dell’Eucaristia, nel quale adoriamo Cristo sorgente di vita e di speranza per ogni uomo”.








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