2016-09-21 15:22:00

Al via le norme anti cyberbullismo: reazioni contrastanti


Molte le reazioni al via libera, ieri sera, da parte della Camera al testo contenente le norme per il contrasto del bullismo e del cyberbullismo che ora passa all’esame del Senato. Save the Children plaude alla scelta del parlamento di approvare una legge sul fenomeno sempre più diffuso, ma ritiene un errore la decisione di estendere il provvedimento agli adulti modificando profondamente il testo originario. Dello stesso parere Terres des Hommes, che teme un depotenziamento dello spirito della legge e cioè la reale protezione dei minorenni sull’web. Soddisfazione da parte di Telefono Azzurro, anche se per l’associazione permangono alcuni nodi da sciogliere. Benedetta Capelli ha sentito la senatrice Pd, Elena Ferrara, prima firmataria della legge sul cyberbullismo ed ex insegnante di musica di Carolina Picchio, la 14.enne che nel 2013 si è suicidata dopo la diffusione di un video sul web che la vedeva vittima di molestie:

R. – Il disegno di legge naturalmente parte preoccupandosi della dimensione preventiva, che è poi quella che hanno suggerito tutti gli interlocutori con cui noi ci siamo messi in contatto e cioè chi aveva già da tempo affrontato l’argomento. Quindi, in questo confronto abbiamo capito: prima di tutto, prevenzione. Dove? Nelle scuole, dove riusciamo a trovare anche le famiglie. C’è voluta, però, una task force, incardinata nel Consiglio dei Ministri, perché il fenomeno è molto interdisciplinare. C’è, quindi, un problema di salute, di cura; c’è un problema di servizi minorili di giustizia; c’è un problema di forze dell’ordine, di Ministero dell’Istruzione e soprattutto ci sono le aziende…

D. – Tipo Twitter, Facebook, Google…

R. – Esatto. Sono stati tutti naturalmente a questo tavolo di lavoro. La misura della segnalazione, quindi, per le persone di minore età era stata con loro individuata come misura specifica di tutela dei minori. Così come con i professionisti del diritto si era, invece, immaginato di utilizzare la procedura di ammonimento anche per chi si fosse reso autore, responsabile di condotte riconducibili al cyberbullismo. Quindi abbiamo cercato di tutelare i ragazzi che si facevano del male sulla Rete. Questo era lo spirito della legge e credo che tutto si tenesse insieme a fronte di un’alleanza educativa.

D. – Tra l’altro, un disegno di legge, che voi tenete a specificare, non è contro la Rete, ma pone le basi per costruire un nuovo principio di cittadinanza digitale…

R. – Assolutamente. Questo è il senso. Non è lo strumento che deve essere demonizzato. Anzi lo strumento, l’ambiente digitale, ormai è l’ambiente in cui vivono, in cui vivranno i giovani e in cui viviamo anche noi. Ma quando il genitore regala lo smartphone al figlio di otto anni per la Prima Comunione, deve pensare che a quel punto c’è bisogno di un accompagnamento. Lo può fare sicuramente la scuola, ma bisogna che lo si faccia anche in famiglia, che si faccia cioè un percorso come quando si impara il codice della strada, per imparare pian piano anche ad evitare quelli che sono i rischi della rete, perché la pedopornografia è uno degli aspetti fondamentali. Quanti ragazzi mettono foto sessualmente esplicite sulla rete e quante ragazze, soprattutto, poi si pentono? Allora, noi immaginando che spesso, come succede, si sentano poi prese all’interno di un meccanismo perverso, perché da lì arriveranno le derisioni, i giudizi e quant’altro, abbiamo previsto possano anche non in prima battuta investire i genitori, ma segnalare direttamente al titolare del trattamento la richiesta di rimozione di quel contenuto.

D. – Chiedo, allora, a che punto siamo? Come sta procedendo questo disegno di legge?

R. – Alla Camera sono state fatte naturalmente anche delle modifiche in positivo. Dopo di che, è chiaro che se dal titolo sparisce la tutela per i minori, è perché si è presa un’altra strada. Ed io invece insistevo, ho insistito molto perché si facesse una legge per loro e che per una volta fossero i bambini e gli adolescenti, le bambine e le adolescenti, ad essere oggetto primario della nostra attenzione.








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