“Si è aperto un nuovo capitolo”: così la Conferenza episcopale svizzera (Ces) e la Conferenza centrale cattolica romana del medesimo Paese - ovvero l’associazione delle organizzazioni cantonali di diritto pubblico ecclesiastico (Rkz) – commentano la prima seduta del Consiglio di cooperazione, svoltasi in questi giorni.
Parlare con una sola voce
“Per la prima volta – si legge in una nota congiunta - la Chiesa cattolica in Svizzera
dispone di un organismo a livello nazionale, responsabile della cooperazione su questioni
strategiche”, “chiamato a creare le condizioni per consentire ai vescovi ed alle Chiese
cantonali di sviluppare posizioni comuni su questioni di interesse comune, di parlare
con una sola voce e rispondere prontamente ai cambiamenti” in corso.
La sfida comune dei migranti e la riflessione sui 500 anni della Riforma
Al centro dei lavori, prosegue la nota, l’assegnazione dei fondi disponibili: istituita
nel 1971, infatti, la Rkz ha il compito di cofinanziare istituzioni ecclesiastiche
intercantonali, interdiocesane e linguistiche. Ma non solo: sono state affrontate
anche “le sfide comuni”, come “la cura pastorale dei migranti o l'impegno della Chiesa
cattolica nel contesto del 500.mo anniversario della Riforma” che verrà celebrato
nel 2017. E ancora: “Lo sviluppo della legge statale in materia di religione ed i
dibattiti intorno al futuro del servizio pubblico nel settore dei media, che è di
importanza cruciale per le Chiese, e non solo a causa di trasmissioni religiose radiofoniche
e televisive”.
Spirito di collaborazione
L’incontro svoltosi in questi giorni è il risultato di un’intesa siglata da Ces e
Rkz nel dicembre 2015: nello specifico, si è trattato della conclusione di due accordi:
una convenzione sui principi che regolano la collaborazione tra i due organismi, ed
un nuovo contratto di cofinanziamento che regola il coordinamento delle decisioni
di natura pastorale e finanziaria nelle diverse regioni linguistiche della Svizzera”.
In quest’ultimo ambito, è stata stabilita “l’azione congiunta di Ces e Rkz nell’attribuzione
di mezzi finanziari alle istituzioni ecclesiastiche attive” in Svizzera, tra cui i
centri formativi, gli organismo pastorali per i giovani ed i migranti e gli enti mediatici
ecclesiali.
La struttura della Chiesa svizzera
Da notare che la Chiesa svizzera ha una sua specifica struttura organizzativa legata
alla organizzazione federale dello Stato elvetico che pone la regolamentazione dei
rapporti con la religione sotto l'autorità sovrana dei cantoni. In pratica, oltre
alle diocesi e alle parrocchie (le strutture tradizionali della Chiesa cattolica universale),
in ogni cantone ci sono enti di diritto pubblico ecclesiastico create dallo Stato
e ai quali è attribuito il potere di riscuotere dai fedeli le imposte ecclesiastiche,
a condizione di attenersi ai principi democratici che governano organismi elettivi.
(I.P.)
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