2016-09-23 11:21:00

Cattolici e ortodossi approvano documento su primato e sinodalità


La Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa ha approvato un importante documento intitolato “Sinodalità e Primato nel Primo Millennio. Verso una comune comprensione nel servizio all’unità della Chiesa”. La plenaria si è svolta a Chieti dal 16 al 21 settembre ed è stata co-presieduta, da parte cattolica, dal cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e da parte ortodossa dall’arcivescovo di Telmessos Job Getcha, rappresentante del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli. Illustra il documento mons. Andrea Palmieri, sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, al microfono di Sergio Centofanti:

R. – Il documento è il risultato di un lungo cammino, inaugurato con il documento cosiddetto di Ravenna, approvato nel 2007. Lì si affermava – cattolici e ortodossi insieme – la necessità di un primato nella Chiesa a livello locale, regionale e universale. Si trattava di specificare in che maniera questo primato dovesse essere esercitato. Ora, con questo documento - che ha richiesto un lungo lavoro perché tocca uno dei problemi cruciali del contenzioso tra cattolici e ortodossi - abbiamo una spiegazione di come nel Primo Millennio primato e sinodalità si articolassero. E questo modello del Primo Millennio diventa un’indicazione per poter risolvere i problemi ancora esistenti tra cattolici e ortodossi.  

D. – Che cosa significa per l’oggi l’approvazione di questo documento?

R. – E’ un passo, è soltanto un passo di un cammino che ancora si può prevedere lungo. E’, però, un passo importante, perché pone il Primo Millennio come indicazione, come esempio, come modello per poter risolvere i problemi ancora aperti a livello ecclesiologico. Lì troviamo i riferimenti non soltanto utili, ma necessari per poter immaginare un esercizio del primato nel contesto della sinodalità, anche in una Chiesa finalmente riconciliata.

D. – Da quanto si legge in questo documento, come comprendono gli ortodossi il primato?

R. – Dalla lettura del Primo Millennio è emerso come non ci sia alcun dubbio che alla Sede di Roma fosse riconosciuto il primo posto nell’ordine delle Chiese. Questo primato, comunque, era sempre esercitato nel contesto della sinodalità. Va dunque naturalmente chiarito poi, nei successivi passi, cosa significhi esattamente questo primato e come possa essere esercitato oggi, perché sia davvero un servizio di comunione tra le Chiese.

D. – Quali prospettive si aprono adesso per il dialogo?

R. – Il dialogo adesso ha una base comune sulla quale poter continuare il proprio studio di quelle che possono essere le strutture che nella Chiesa possono assicurare la comunione tra tutte le Chiese di Oriente e di Occidente. Pone un riferimento comune nell’esperienza del Primo Millennio e nell’interpretazione alla quale sono convenuti cattolici e ortodossi. Questo documento apre un cammino, ma non risolve chiaramente tutte le difficoltà. Ci consente, però, di essere ottimisti per il futuro.

D. – Un evento importante, perché è il primo documento approvato dal 2007…

R. – Questo dice la fatica, l’impegno della Commissione per raggiungere un consenso su un tema così delicato. E’ stato necessario un lungo ed approfondito studio delle fonti storiche, canoniche, patristiche per addivenire ad una comune interpretazione che non sempre è stata facile. E’ però sicuramente motivo di grande speranza che si sia riusciti a raggiungere su alcuni elementi fondamentali tale consenso.

D. – Qual è stato il clima di questa plenaria?

R. – La plenaria si è svolta in un clima di grande fraternità, di sincerità e di confronto aperto e franco. Questo sicuramente ha contribuito al buon successo dei lavori. Inoltre, non sono mancate occasioni di preghiera, sia nella Cattedrale cattolica di Chieti, ma anche poi con la celebrazione di una divina liturgia nel Santuario di Manoppello nei pressi di Chieti. Tutto ciò ha offerto anche un contesto spirituale che non è assolutamente indifferente rispetto ai risultati che abbiamo raggiunto.








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