2016-09-25 13:42:00

Catechisti: insegniamo la gioia del Vangelo, con il buon esempio


Insegnare il Vangelo ai ragazzi partendo dal buon esempio di vivere una vita alla luce della parole di Dio. Questo il pensiero comune dei numerosi catechisti, giunti da tutto il mondo che hanno gremito questa mattina piazza San Pietro, per partecipare al loro Giubileo e alla celebrazione eucaristica presieduta da Papa Francesco. Ascoltiamo alcune testimonianze dei partecipanti, raccolte da Marina Tomarro:

R. – Oggi vuol dire veramente annunciare il Vangelo, provocare le coscienze e andare anche un po’ controcorrente, con gioia, come ci ha detto il Papa.

D. – E in che modo si cerca anche di aiutare i ragazzi dopo la Cresima a continuare a frequentare la parrocchia?

R. – Questa è sicuramente la sfida più difficile, chiaramente. Bisogna collaborare un po’ con le famiglie, vincere un po’ la consuetudine per cui tutti fuggono e, secondo noi, creare delle reti di comunità. Quando si sta bene, si sente che la comunità è animata dallo Spirito e forse anche i giovani rimangono.

D. – Il Papa vi ha invitato ad essere portatori di gioia e ad annunciare il Vangelo con letizia. Come si fa?

R. – Portando proprio l’esempio, facendo vedere anche ai ragazzi la gioia che comunque può esserci anche semplicemente nella vita di famiglia, ascoltando le parole di Gesù.

R. – Essere catechista oggi vuol dire donare e saper ricevere dai ragazzi tutto quello che ci trasmettono.

D. – Come si superano anche le difficoltà?

R. – Si superano un po’ assieme a loro, un po’ anche invitando le famiglie a partecipare, perché il problema più grande lo troviamo nella famiglia, non nei ragazzi. I ragazzi sono un pozzo di gioia. Alle volte bisogna entrare anche in punta di piedi, ma coinvolgere le famiglie.

D. – Il Papa vi ha invitato ad essere voi stessi esempi per questi giovani. In che modo?

R. – Testimoniare con la nostra vita quello che effettivamente vogliamo trasmettere. E’ possibile solo essere testimoni veri.

R. – Ascoltando la Parola di Dio, di Gesù, e mettendola in pratica, solo quello. Dare un buon esempio, oltre che le parole.

R. – Credere fortemente che il messaggio di Gesù può essere passato e che le nuove generazioni ci sono, hanno bisogno e hanno voglia e forse sapranno poi concretizzarlo molto meglio ancora di noi.

D. – A lei cosa l’ha spinta a diventare una catechista invece?

R. – Poiché i miei figli hanno ricevuto tanto da altri, mi sembra giusto dare ai figli di altri, quello che i miei gratuitamente hanno ricevuto.








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