2016-09-26 13:09:00

Siria: il nunzio Zenari invoca la protezione dei civili


Dopo nuovi raid in Siria, anche l'ospedale Omar bin Abdelaziz di Aleppo non è al momento operativo. A denunciarlo l’opposizione al regime di Damasco, secondo cui a colpire nelle ultime ore sarebbero stati aerei russi. Proprio Mosca - col portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov - ha intanto parlato di toni e dichiarazioni “inammissibili”, replicando alle accuse di “barbarie” e “crimini di guerra” lanciate alla Russia, in sede Onu, da Stati Uniti e Gran Bretagna, circa le operazioni nel Paese mediorientale. In particolare per Aleppo, l'inviato dell'Onu Staffan de Mistura ha denunciato “nuove vette di orrore”. E Save the Children ha rivelato che nella zona orientale della città circa la metà delle vittime che i propri operatori stanno estraendo dalle macerie o dei feriti che stanno curando negli ospedali, in seguito ai bombardamenti, è rappresentata da bambini. Giada Aquilino ha intervistato il nunzio apostolico a Damasco, l’arcivescovo Mario Zenari, in questi giorni in Italia:

R. – Purtroppo qui non si è mai risolta la questione della protezione dei civili. A pagare le spese, le conseguenze più terribili di questo conflitto è l’inerme popolazione civile, tra cui un numero assai elevato di bambini. Occorre finirla con questa situazione. Purtroppo è un conflitto in cui non vengono rispettate le norme del diritto umanitario internazionale, quelle più elementari, come appunto la protezione dei civili.

D. – In particolare ad Aleppo, ha detto l’inviato dell’Onu de Mistura, ci sono 270 mila persone “sotto assedio”. Cosa si rischia?

R. – Ho detto già qualche settimana fa che la popolazione di Aleppo, soprattutto quella della parte est, rischia di essere messa “a fuoco e fame”. E’ una situazione inaccettabile. E’ una vergogna per la comunità internazionale che non si riesca a proteggere un numero così elevato di persone, questa inerme comunità, popolazione civile: questi 270 mila, o quanti sono, non sono tutti terroristi, la maggioranza è popolazione civile, cioè donne, bambini, anziani.

D. – Qual è l’appello alla comunità internazionale che in queste ore si è riunita a New York - e non solo - e sembra non riuscire raggiungere un accordo sulla tregua in Siria?

R. – Quello che sta succedendo è non solo sulla coscienza in gran parte di coloro che hanno la possibilità di fermare questo conflitto o di far rispettare il diritto umanitario internazionale, ma direi è una vergogna che pesa sulla coscienza di tutti.

D. – La popolazione cosa chiede?

R. – Chiede la fine della guerra e i diritti fondamentali: poter mangiare, avere l’acqua, non essere sotto assedio, sotto le bombe, sotto i tiri dei cannoni. Perché la gente è stanca di questo conflitto. Occorre che la comunità internazionale, che deve essere spinta anche dalla coscienza universale di noi tutti, aiuti a farla finita con la guerra e faccia rispettare una volta per tutte il diritto umanitario internazionale, quindi la protezione dei civili, di quelli che non c’entrano niente con questa guerra, l’accesso al cibo, all’acqua, alle cure sanitarie.

D. – Gli aiuti internazionali stanno arrivando?

R. – Gli aiuti internazionali - è qui il dramma - ci sono. Questi convogli sono alle porte e spesso sono bloccati o alle volte anche attaccati, come è successo il 19 di questo mese. Anche in questo caso, è una vergogna che pesa sulla coscienza di tutti.








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