2016-09-27 08:24:00

Colombia: firmato l'accordo di pace tra il governo e le Farc


In Colombia si volta pagina: dopo anni di negoziati è stato firmato lo storico accordo di pace tra il governo e i guerriglieri delle FARC. Ieri l'Unione Europea aveva tolto l’organizzazione dalla 'lista nera' dei  gruppi terroristici. Tra i presenti alla firma, il segretario generale dell'Onu Ban-Ki-Moon, l'Alto Rappresentante Ue, Federica Mogherini, 15 presidenti e 27 ministri degli Esteri. A rappresentare la Chiesa cattolica il segretario di Stato vaticano, card. Parolin. Adriana Masotti:

Ha posto fine a 52 anni di conflitto, il più lungo nella storia dell’America Latina, la firma all’accordo di pace avvenuta nella notte a Cartagena de Indias: a firmare sono stati Juan Manuel Santos, presidente della Colombia e Rodrigo Lodrono, detto Timochenko, comandante delle Farc, le Forze Armate Rivoluzionarie. Gesti simbolici hanno segnato la breve cerimonia: 2500 gli invitati. Nel Cortile delle bandiere del centro di conferenze di Cartagena, Santos, accompagnato da due bambini, ha aperto una "porta del futuro" per fare salire sul podio i negoziatori dell'accordo e i capi di Stato presenti. Poi i discorsi: da parte sua, il leader guerrigliero ha chiesto perdono a nome delle Farc a tutte le vittime, per il dolore causato con la guerra. Circa 220 mila le vittime del conflitto, 7 milioni gli sfollati. "Preferisco un accordo imperfetto che salva la vita ad una guerra perfetta", ha affermato il presidente Santos che in precedenza in un’intervista aveva sostenuto: “La pace rappresenta una vittoria per tutti".

A prendere la parola è stato poi il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che ha dichiarato ufficialmente aperto il monitoraggio Onu sull'attuazione dell'intesa. Emozionante il canto di un gruppo di donne della comunità afro di Bojaya',nel nordest del paese, scenario di una strage di civili nel 2002. Per la prima volta da allora le donne, in segno di lutto sempre vestite di nero, portavano abiti bianchi. Alla cerimonia ha partecipato anche il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin che in mattinata a Cartagena aveva celebrato una messa. “Tutti noi qui oggi sono consapevoli, ha detto il cardinale, che siamo alla fine di una trattativa, ma anche all'inizio di un processo ancora aperto di cambiamento che richiede il contributo ed il rispetto di tutti i colombiani. ''Presente anche una delegazione della Comunità di Sant'Egidio della quale è stata riconosciuto "il grande supporto" offerto sin dall'inizio del processo negoziale" tra il governo colombiano  e le Farc.

 

Per la Colombia è dunque una pagina importante ma non l’ultimo sigillo di pace. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco il sacerdote colombiano, padre Gonzalo Flórez:

R. – E’ una pagina abbastanza importante perché, attraverso questo accordo, il Paese può raggiungere la pace. Diciamo che è l’inizio. Con questa firma si può pensare che la pace sia una possibilità vera per la nostra nazione.

D. - E’ un inizio perché l’ultima parola spetterà ai colombiani con un referendum il prossimo 2 ottobre …

R. – Sì,diciamo che è un po’ complesso: ci sono alcuni che credono che sia possibile trovare la pace, ma al contrario ci sono alcuni altri che non credono che la pace sia possibile. Pensano che manchino ancora alcune cose per trovare la soluzione vera. La nostra preoccupazione adesso deve essere soprattutto per le persone più deboli: i bambini, gli adolescenti. Così possiamo costruire la vera società, una società nella quale si possa riconoscere la pace. Questo è un inizio. La vera riconciliazione non si è fatta, manca tanto. Una vera riconciliazione ha bisogno di essere costruita ogni giorno, soprattutto nel cuore, che è ferito per tutta questa storia nella quale sono accadute tante cose brutte. Adesso bisogna riparare questa ferita del cuore che all’interno del nostro Paese è una ferita storica: questo è il problema. La vera riconciliazione è guarire la ferita che è stata inferta nel corso della storia. Questa sarà anche per me la vera riconciliazione.

D. – Una ferita che tocca tutto il popolo colombiano …

R. – E’ vero: tocca direttamente o indirrettamente ognuno di noi, perché questa storia, questa ferita ha toccato ognuno di noi. Tutti noi possiamo seguire i passi di Gesù che è l’uomo della pace. La pace non è un ideale lontano, la pace è una realtà che possiamo vivere adesso, non possiamo più aspettarla: e questo è il messaggio che la Chiesa può dare oggi, pensando sempre ai più poveri, ai più deboli, a coloro che hanno più bisogno e più necessità.








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