2016-09-27 12:51:00

Congregazione Gesuiti. Spadaro: spazio ad azione dello Spirito


Presentata stamani a Roma la 36.ma Congregazione Generale della Compagnia di Gesù, che dovrà eleggere il nuovo Preposito generale, successore di padre Adolfo Nicolás. I lavori della Congregazione prenderanno il via lunedì 3 ottobre, all'indomani di una Concelebrazione nella Chiesa del Gesù a Roma. A margine della conferenza stampa, Debora Donnini ha chiesto al direttore di Civiltà Cattolica, il padre gesuita Antonio Spadaro quali siano le attese dei gesuiti e non solo per questo atteso evento:

R. – Questa sarà la prima Congregazione Generale sotto un Papa gesuita. E certamente per la Compagnia, che è sempre stata per volontà dei Pontefici sulle frontiere, sui luoghi e sui crocevia – nei luoghi in cui c’è uno scambio intenso tra fede e cultura – questo è un momento veramente particolare per il mondo, con grandi sfide di ogni ordine: culturale e politico. Quindi, la Congregazione Generale sarà chiamata ad aprire gli occhi globalmente sul mondo, con molti rappresentanti che ormai vengono dai continenti, quindi con tutta la ricchezza e la complessità che i continenti differenti pongono. Certamente c’è la grande sfida dell’elezione del Padre generale che condurrà nei prossimi anni la Compagnia verso la sua missione.

D. – C’è una grande presenza di padri gesuiti che provengono dai Paesi del Sud del mondo, e specialmente dall’Asia: questo che peso e che significato ha?

R. – Il problema qui non è comunque la dimensione geografica, direi che è la dimensione spirituale: cioè capire la freschezza delle chiese. Certamente le chiese da cui ormai provengono molti gesuiti – direi la maggioranza – sono chiese che hanno una freschezza, e che porranno delle questioni nuove alla Compagnia e alla Chiesa in generale.

D. – Quando ci si può attendere l'elezione del nuovo Proposito Generale?

R. – Non lo sappiamo. Devo dire che i tempi per la Congregazione sono tempi spirituali, non tempi cronologici: Sant’Ignazio, anche per i suoi Esercizi Spirituali, non ha voluto tempi rigidi, ma ha voluto i tempi dello Spirito. Quindi non sappiamo per esempio neanche quando finirà la Congregazione Generale: potrebbe durare quattro, cinque o sei settimane, non sappiamo proprio. Quindi questo dipende anche un po’ dal ritmo interno, e questo è molto bello, perché si lascia lo spazio all’azione dello Spirito: non si chiude, non ci sono degli schemi prefissati e questo è il respiro, bello e spirituale, della Congregazione Generale dei Gesuiti.

D. – Questa Congregazione Generale ha prestato anche molta attenzione alla comunicazione; sia nella fase preparatoria ci si è serviti proprio del web, e d’altra parte anche della comunicazione: c’è un profilo Twitter, Facebook, Instagram, oltre al sito, dedicato proprio a questa 36.ma Congregazione Generale…

R. – Sì, è così, anche i Padri all’interno non useranno molta carta: ognuno di noi ha un tablet e si farà tutto su questa base digitale. E questo serve per semplificare, ma anche, a livello di comunicazione esterna, per dare un po’ il senso di quello che avviene. È chiaro che, essendo un processo spirituale, questo va custodito. Ricordiamo quello che ha chiesto Papa Francesco per il Sinodo: il Sinodo dei vescovi inteso come luogo di riflessione spirituale; così anche la Congregazione Generale. Quindi ci sarà una comunicazione che sarà tenuta a un livello interiore. D’altra parte però vogliamo comunicare all’esterno qual è il clima, attraverso le immagini su Instagram e i Tweet. Quindi è una comunicazione complessa, ma rispettosa della dinamica propria della Congregazione.








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