2016-09-28 07:40:00

Giornata internazionale del diritto d’accesso all’informazione


Si celebra oggi la prima Giornata internazionale del diritto d’accesso all’informazione, promossa dall’Unesco per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla rilevanza del diritto di cercare, ricevere e diffondere informazioni. Il diritto d'accesso all'informazione sottolinea anche la rilevanza della trasparenza nelle pubbliche amministrazioni a favore dei cittadini. Maria Carnevali ha intervistato Franco Bernabè, presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, sulla rilevanza di questa giornata:

R. – L’accesso all’informazione è uno strumento essenziale e non solo di conoscenza, ma anche di rivendicazione dei diritti individuali e di crescita delle responsabilità da parte dello Stato. Quindi è un fattore di modernizzazione, di civiltà e di democrazia.

D. – Qual è l’intento di questa Giornata e quali iniziative sono state organizzate per tale occasione?

R. – L’intento di questa Giornata è di sensibilizzare nei confronti del problema: devo dire che in molti Paesi l’accesso all’informazione è riconosciuto da leggi, c’è un diritto da parte del cittadino -soprattutto nei confronti della Pubblica Amministrazione - di veder riconosciuto il diritto di sapere quali siano state le motivazioni degli Atti e di aver accesso agli Atti. Direi anche che in molti Paesi – compreso l’Italia – si sono fatti progressi importanti su questo fronte… La cosa importante, per quanto riguarda il diritto all’informazione, è che questo favorisce processi che sono intimamente democratici, perché sono processi trasparenti, tracciabili e non arbitrari. Ecco, il fatto di sapere che si può accedere all’informazione e che si conoscono quindi le ragioni per le quali delle decisioni sono state prese è un grande strumento non solo di civiltà, ma anche di crescita civile di un Paese.

D. – Questa Giornata, secondo l’Unesco, ha una particolare rilevanza per l’Agenda dello sviluppo 2030. Quale relazioni intercorre tra il diritto di accesso all’informazione e lo sviluppo?

R. – C’è soprattutto un valore che riguarda la trasparenza dei processi. Uno degli elementi che determina lo sviluppo è la solidità e l’efficienza della Pubblica Amministrazione: una Pubblica Amministrazione in cui le decisioni sono motivate, tracciabili e trasparenti è una Pubblica Amministrazione che contribuisce in modo molto importante alla crescita e allo sviluppo di un Paese.

D. – Numerosi Paesi, però, non hanno ancora adottato una legislazione sulla libertà e l’accesso all’informazione. Come il panorama mondiale si rapporta all’implementazione del diritto di accesso?

R. – Certo, numerosi Paesi non lo hanno ancora riconosciuto… Però è una questione comunque delicata: nel senso che così come va tutelato l’accesso all’informazione, altrettanto va tutelato il diritto alla privacy e il diritto al vedere riconosciuto il valore delle opere di ingegno e quindi i diritti d’autore. E’ una materia estremamente complessa, che richiede approfondimento, che richiede riflessioni; ma è una materia che sta avanzando in molti Paesi del mondo e che contribuisce alla crescita complessiva del sistema.

D. – Come si possono sfruttare le nuove opportunità dell’era dell’informazione per creare, attraverso proprio l’accesso all’informazione, una società più equa?

R. – Le nuove tecnologie dell’informazione danno accesso indifferenziato e indiscriminato all’informazione: sia quella buona che quella cattiva; sia quella vera, sia quella fasulla. Quindi anche lì si pone un problema molto importante: una volta garantito l’accesso, c’è un problema di contenuti e di qualità dell’informazione che viene diffusa, perché così come si diffonde la buona informazione, così tende spesso ad esser diffusa anche la cattiva informazione e informazione che danneggia i diritti individuali. E i casi degli ultimi giorni danno il segnale di quanto sia importante questa cosa…

D. – Conseguenza del diritto di accesso all’informazione potrebbe essere la progettazione di un sistema efficace di educazione ai media?

R. – Certo, l’educazione è sempre importante! Ma purtroppo soprattutto le nuove tecnologie tendono ad imporsi da sole, senza passare attraverso la fase preliminare della conoscenza e dell’apprendimento, fatto soprattutto attraverso sistemi scolastici. I bambini già utilizzano gli smartphone quando non hanno ancora fatto la scuola dell’obbligo… Quindi direi che questo è un problema, dal punto di vista politico, estremamente importante, che va trattato con la massima attenzione.








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