2016-09-28 11:08:00

Papa: Chiesa è per tutti, buoni e cattivi, perché è misericordia


La Chiesa è per tutti: buoni e cattivi, perché così agisce la salvezza di Dio. Lo ha spiegato Papa Francesco nella catechesi dell’udienza generale in Piazza San Pietro, durante la quale si è soffermato sul perdono di Cristo e sul suo sacrificio per la nostra salvezza. Ce ne parla Giada Aquilino:

La Chiesa è per tutti
La salvezza di Dio è “per tutti”. Papa Francesco lo ripete più volte all’udienza generale in Piazza San Pietro, spiegando che il Giubileo in corso è quindi “tempo di grazia e di misericordia” per ciascuno di noi, “buoni e cattivi”, chi è “in salute” e chi soffre:

“La Chiesa non è soltanto per i buoni o per quelli che sembrano buoni o si credono buoni; la Chiesa è per tutti, e anche preferibilmente per i cattivi, perché la Chiesa è misericordia. E questo tempo di grazia e di misericordia ci fa ricordare che nulla ci può separare dall’amore di Cristo!".

Cristo è rimasto sulla croce per salvarci
L’invito del Papa è a guardare il Crocifisso, dove Cristo è rimasto “senza far nulla per salvarsi”, ma per salvare noi:

“Tutti noi sappiamo che non è facile ‘rimanere sulla croce’, sulle nostre piccole croci di ogni giorno. Lui, in questa grande croce, in questa grande sofferenza, è rimasto così e lì ci ha salvati; lì ci ha mostrato la sua onnipotenza e lì ci ha perdonati”.

Guardare il Crocifisso
Morendo in croce, innocente tra due “ladroni”, tra “criminali”, spiega ancora il Papa commentando il Vangelo di Luca, Gesù prova che la salvezza di Dio “può raggiungere qualunque uomo in qualunque condizione, anche la più negativa e dolorosa”:

“A chi è inchiodato su un letto di ospedale, a chi vive chiuso in una prigione, a quanti sono intrappolati dalle guerre, io dico: guardate il Crocifisso; Dio è con voi, rimane con voi sulla croce e a tutti si offre come Salvatore a tutti noi. A voi che soffrite tanto dico, Gesù è crocifisso per voi, per noi, per tutti”.

Nessuno è escluso dal perdono di Dio
È la forza del Vangelo a dare un’“intima certezza”:

“Nessuno è escluso dal perdono di Dio. Soltanto deve avvicinarsi pentito a Gesù e con la voglia di essere da Lui abbracciato”.

Il Signore salva
D’altra parte, ricorda Francesco, il nome Gesù indica “il Signore salva”. Lo si comprende riflettendo sulla figura del “buon ladrone” che diventa “testimone della grazia” perché nel Crocifisso contempla “l’amore di Dio per lui, povero peccatore”:

“È vero, era ladrone, era un ladro, aveva rubato tutta la vita. Ma alla fine, pentito di quello che aveva fatto, guardando Gesù così buono e misericordioso è riuscito a rubarsi il cielo: è un bravo ladro, questo!".

Un condannato a morte modello per i cristiani
Da condannato a morte, chiede a Cristo di ricordarsi di lui quando entrerà nel Suo “regno”, diventando così “modello del cristiano che si affida a Gesù”:

“Un condannato a morte è un modello per noi, un modello per un uomo, per un cristiano che si affida a Gesù; e anche modello della Chiesa che nella liturgia tante volte invoca il Signore dicendo: 'Ricordati... Ricordati del tuo amore'…”.

Non aumenti disoccupazione
Esortando i fedeli in Piazza a rivolgere una “preghiera breve” ripetendo “tante volte” nella giornata “Gesù, Gesù”, il Pontefice invia quindi un saluto speciale al popolo messicano, accendendo poi la fiaccola per le famiglie di Roma e del mondo intero in vista della Settimana della Famiglia, organizzata ad inizio ottobre dalla diocesi di Roma. Il suo pensiero va pure ad un gruppo di operai licenziati della Basilicata:

“Auspico che la grave congiuntura occupazionale possa trovare una positiva soluzione mediante un incisivo impegno da parte di tutti per aprire vie di speranza. Non può salire più la percentuale della disoccupazione!".








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