2016-09-28 19:41:00

UNHCR: un logo per le imprese che favoriscono l'integrazione


Si chiama Welcome.Working for refugee integration ed è un progetto dell’UNHCR con il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il sostegno di Confindustria. L’iniziativa, presentata in una sede del Senato a Roma, consiste nell’assegnazione di un riconoscimento alle aziende che avranno agito concretamente per favorire i processi di integrazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo nell'universo del lavoro. Oggi nel mondo ci sono 65,3 milioni di sfollati e di rifugiati e al 90% sono accolti da Paesi poveri. Il servizio di Eugenio Murrali:

Dare un marchio di riconoscimento, un logo che le imprese che offrono possibilità lavorative e formative reali ai beneficiari di protezione internazionale e ai richiedenti potranno utilizzare nella loro comunicazione. Un’operazione che si ispira, spiega la portavoce dell’UNHCR per il Sud Europa, Carlotta Sami, ai principi delineati durante la recente conferenza di New York: quello della condivisione della responsabilità, ma soprattutto quello della cooperazione tra istituzioni, governi e privati. Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani del Senato, pensa che questo riconoscimento sia un passo nella giusta direzione:

"Trasferire la grande questione dell’asilo e dell’immigrazione dal piano dell’emotività a quello delle politiche razionali. Perché questa operazione possa realizzarsi è a mio avviso necessario portare dentro l’analisi e le conseguenti politiche per l’asilo e per l’immigrazione due categorie fondamentali: quella della demografia e quella dell’economia".

Anche il sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Luigi Bobba, osserva inoltre che Welcome. Working for refugee integration segna un cambio di rotta:

"Il Ministero del Lavoro ha dato il patrocinio perché ritiene che attraverso questo strumento, che può portare in emersione delle buone pratiche delle aziende e delle imprese italiane, si costruisca una cultura che è quella dell'integrazione e, quindi, dell'importanza del lavoro come strumento fondamentale per l'inserimento sociale dei nuovi cittadini, dei nuovi migranti".  

Pierangelo Albini, direttore dell’Area Lavoro e Welfare di Confindustria, che è attiva nella sensibilizzazione delle imprese, sottolinea l’importanza di un superamento della riflessione meramente quantitativa in tema di immigrazione:

"Cito un protestante, Bonhoeffer, che nelle Lettere dal carcere scrive: 'Le quantità si contendono gli spazi, le qualità si completano fra di loro'. Il tema dell'immigrazione e il tema dei rifugiati è un tema di quantità che si contendono gli spazi. Nella ricerca di Confindustria, noi ci siamo sforzati di documentare come le quattro grandi paure che il cittadino italiano ha rispetto a questi fenomeni non avessero un fondamento quantitativo. La paura che l'immigrato sottragga posti di lavoro, faccia scendere gli stipendi, costi molto allo stato, crei problemi di legalità, sono paure che abbiamo provato a sfatare sotto il profilo della quantità, con la misurazione quantitativa dei fenomeni. Ma fintanto che continueremo a guardare questi fenomeni solo ed esclusivamente nelle logiche della quantità difficilmente li risolveremo. Uno dei ragionamenti che abbiamo fatto con il Ministero degli Interni sul Protocollo dei rifugiati è proprio questo: come rendere possibile che queste persone che arrivano nei centri di accoglienza possano essere aiutate a valutare le loro competenze, a redigere un curriculum e a inserirlo in quegli strumenti che il Ministero ha già messo in campo?".   

Bobba spiega, inoltre, che esistono anche altri due progetti messi in campo per favorire l’integrazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo nel mondo del lavoro:

"La Direzione per l'inclusione sociale del Ministero del Lavoro è impegnata in due progetti: uno si chiama 'Inside' ed è destinato ai titolari di protezione internazionale ed è un percorso, uno strumento per facilitare un inserimento socio-lavorativo attraverso anche i servizi sul territorio. L'altro progetto invece si chiama 'Percorsi' ed è destinato ai minori non accompagnati che avranno una dote individuale per avere un minimo di disponibilità di reddito, ma soprattutto una dote di servizi che li accompagni nella transizione alla vita adulta. E' un'area che presenta particolari criticità, molto delicata e che richiede un'attenzione a cui abbiamo voluto dedicare anche un progetto specifico"     

Tutte queste iniziative cercano di realizzare quel cambiamento di ottica più volte richiamato e che mira a vedere nell’immigrazione non solo un problema, ma anche una risorsa.   








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