2016-09-29 13:59:00

De Mistura: ascoltare il Papa, basta armi in Siria se si vuole la pace


Dopo l’udienza con Papa Francesco, Alessandro Gisotti ha intervistato l’inviato speciale del segretario generale delle Nazioni Unite per la Siria, Staffan de Mistura, che ha innanzitutto messo l’accento sull’importanza dei pressanti appelli del Pontefice per la pace in Siria:

R. –  E' sempre fondamentale, ma in questo momento urgentemente necessario! Siamo in una fase talmente critica e talmente delicata, del tentativo di portare la pace in Siria, che un messaggio forte come quello che abbiamo sentito dal Santo Padre era non solo necessario per me, ma per la comunità internazionale.

D. – Anche ieri il Santo Padre ha detto: “Coloro che hanno bombardato i convogli umanitari così come gli ospedali renderanno conto a Dio”. Ecco, c’è davvero una situazione inimmaginabile …

R. – Pensi a quello che è avvenuto negli ultimi giorni, il Santo Padre lo sa. Ad Aleppo Est, 99 bambini: morti; 203, feriti. Due ospedali colpiti, sono rimasti 30 medici per 375 mila persone. Non si può immaginare che questi 99 bambini fossero tutti terroristi! Questa cosa è inaccettabile, e il Santo Padre ha ragione nel dirlo.

D. – C’è il problema poi delle armi, che viene denunciato chiaramente dalla Santa Sede e dall’Onu a più riprese …

R. – Oggi, la Siria è piena di armi: sembra che chi vuole parlare di pace invece punti poi su una soluzione militare – lo stiamo vedendo. La realtà è che non c’è una soluzione militare: c’è solo una soluzione politica e il Santo Padre l’ha ricordato. Due: ci sono risoluzioni dell’Onu che chiedono proprio questo: che non ci siano più armi date dall’una e dall’altra parte. E tre: l’abbiamo visto; io stesso con la mia esperienza personale di 19 conflitti in 46 anni; ogni volta che le armi o le munizioni incominciavano a mancare, erano tutti pronti a parlare di pace. Quindi, questo è urgente.

D. – Lei ha tante volte testimoniato che la Siria non è solo crudeltà; c’è tanta gente – nella Chiesa, negli organismi caritativi, nell’Onu, nei volontari – che fa tanto …

R. – Vede, abbiamo avuto un convoglio con 21 morti: erano tutti volontari siriani, pronti a rischiare la loro vita pur di portare cibo a una zona controllata dalla guerriglia, e partivano da Damasco: un bel segnale, anche, di collaborazione tra persone che aiutano i civili. Ebbene, come loro sono tanti altri e noi non ne sentiamo parlare perché vediamo solo l’orrore, e vanno ricordati perché sono i veri eroi di questo conflitto.








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