2016-09-29 14:46:00

Nunzio a Baghdad: non dimenticate le sofferenze degli iracheni


All’udienza del Papa in Vaticano con i membri degli organismi caritativi cattolici che operano in Siria, Iraq e Paesi limitrofi, ha partecipato anche il nunzio a Baghdad, mons. Alberto Ortega Martín. Ascoltiamolo al microfono di Alessandro Gisotti:

R. – Quello del Papa è un appello sempre importante perché alla radice di tanti problemi c’è la mancanza di pace, c’è la violenza. Certo che si devono assistere i rifugiati, si deve dare tanta assistenza ma è importantissimo cercare di andare alla radice che è la mancanza di pace. Allora, questo appello per la pace, per la preghiera a favore della pace, per un impegno da parte di tutti con la propria responsabilità a favore della pace è sempre fondamentale, è sempre necessario.

D. – C’è il rischio che di fronte a una situazione terribile, drammatica come quella della Siria l’Iraq passi quasi non dico in secondo piano, ma meno in luce?

R. – Sì: anche per non dimenticare, appunto, anche tante situazioni di bisogno. Dell’Iraq si parla meno ma la situazione è sempre difficile: anche a livello di assistenza umanitaria ci sono 10 milioni di persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria, tre milioni e mezzo di sfollati … Le cifre della Siria sono ancora più sconvolgenti … Allora, importante è non dimenticare, perché dietro ogni cifra, dietro a ogni numero c’è una persona concreta, una famiglia concreta che merita tutto il nostro appoggio, tutta la nostra carità.

D. – Quali sono, secondo lei, le cose che proprio nella vita quotidiana mancano di più, oggi, agli iracheni?

R. – A livello materiale hanno ancora bisogno di tanta assistenza che, grazie a Dio, in un modo o nell’altro arriva. I cristiani sono quasi tutti già sotto un tetto, sono quasi tutti già sistemati in case affittate, stanno chiudendo gli ultimi campi di rifugiati; ma il grande bisogno è un bisogno di speranza per poter affrontare il futuro con più speranza, e un bisogno – direi – a livello sociale: la grande sfida della riconciliazione o, con un’altra parola, la misericordia. Perché alla fine, l’unica risposta – lo diceva anche il Papa – la vera risposta ai conflitti, alla fine, è la misericordia, è un amore più grande.








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