2016-09-29 10:26:00

L'attesa del Papa in Georgia: le speranze dei fedeli


La Georgia è pronta ad accogliere Papa Francesco che oggi pomeriggio sarà per la prima volta in questo Paese del Caucaso, ponte tra Europa e Asia, per il suo 16.mo viaggio apostolico. Visita all’insegna della pace e del dialogo, annunciata sin dall’aprile scorso, preceduta dalla tappa in Armenia a giugno, e a lungo preparata dalla piccola comunità cattolica che rappresenta solo poco più dell’1% su oltre 4 milioni di abitanti. Il servizio della nostra inviata Gabriella Ceraso:

E’ il 23.mo Paese che Papa Francesco visiterà dall’inizio del suo Pontificato e la Georgia lo abbraccerà con calore, come è sua tradizione, pur nella massima semplicità. La povertà qui è diffusa ma la gente è molto ospitale. D’altra parte, la Georgia è stata crocevia di civiltà antichissime: greci, persiani, ottomani, arabi, sono passati da qui lasciando segni evidenti nell’architettura, nelle strade, nella cucina. Ne hanno fatto una terra tollerante, ma anche fiera nella difesa della propria identità a cui il Cristianesimo ha contribuito in maniera determinante.

E’ la terra dove si dice sia custodita la tunica di Gesù, è la seconda nazione cristiana dopo l’Armenia grazie soprattutto a Santa Nino, nel IV secolo, la cui croce ricurva e intrecciata di viti è il simbolo dei georgiani. La fede ha resistito a repressioni e a 70 anni di ateismo comunista prima di vivere una “nuova fioritura”, come disse da Tbilisi San Giovanni Paolo II nel 1999. Il suo ricordo è molto forte tra i fedeli cattolici, come il suo lascito: “Siate segno di unità e pace in particolare con i fratelli ortodossi”. Essere Chiesa di minoranza ancora oggi non è facile; per questo, l’attesa delle parole e dei gesti di un altro Papa che sta per arrivare è molto sentita, come ci hanno raccontato giovani e adulti:

“Io aspetto con grande gioia Papa Francesco perchè è un Papa che mi aiuta, come fosse un catechista. Poi penso che per la Georgia sarà un grande aiuto: c’è bisogno di qualcuno che porti la Chiesa, cioè Gesù Cristo, e questo Papa porta Gesù Cristo”.

“Personalmente questo Papa mi conferma nel mio desiderio di evangelizzare, mi dà molta gioia, dimostra tanta santità, cioè tanto amore ai poveri, e qui di poveri ce ne sono tantissimi”.

“Per me la sua presenza sottolinea che anche noi facciamo parte della Chiesa cattolica mondiale e penso che il messaggio che il Papa porterà - 'Pace a voi' - sarà molto importante anche per i giovani, perché non è solo una pace politica, ma è la pace della vita quotidiana e questa pace ci dà la forza di essere più amici tra noi”.

Sarà la dimensione ecumenica quella portante della tappa in Georgia, come il dialogo interreligioso segnerà la prosecuzione e il termine del viaggio papale nel Caucaso, con la sosta domenica nel vicino Azerbaigian.

Sono oltre 200 i giornalisti georgiani e internazionali finora accreditati a seguire la visita del Papa in sala stampa a Tbilisi. Un’attenzione che non si riscontra per le strade, tranne che nei luoghi che il Papa visiterà: in particolare nelle parrocchie, dove il suo volto sorridente risalta in grandi manifesti. "Non ci saranno grandi folle ma pochi fedeli preziosi", dice padre Akaki Chelidze, portavoce dell’Amministrazione apostolica del Caucaso per i latini:

"Cerchiamo di far giungere la nostra voce ai più, invitandoli a questo grande evento che qua ha una risonanza da quella che ci si potrebbe aspettare in un Paese a maggioranza cattolica o con una forte presenza cattolica. Noi siamo fiduciosi che la gente sarà motivata e se non sarà una grande folla sarà gente di grande amicizia nei riguardi della Chiesa cattolica e nei riguardi del Papa".








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