2016-10-02 12:21:00

Gandolfini: "efficacissimo" intervento del Papa contro il gender


Il Papa in Georgia ha usato parole molto forti contro l'ideologia gender, affermando che è un grande nemico del matrimonio. Oggi - ha detto - c'è una guerra mondiale delle idee contro il matrimonio, si tratta di colonizzazioni ideologiche da cui bisogna difendersi. Su queste parole Eugenio Murrali ha raccolto il commento di Massimo Gandolfini, promotore del Family Day:

R. – Il Santo Padre ieri ha riaffermato quello che dall’inizio del suo Pontificato sta dichiarando, cioè la terribile pericolosità dell’ideologia di gender. L’aveva definita in passato “uno sbaglio della mente umana” e ieri ha ribadito un altro efficacissimo concetto, che è quello della “colonizzazione ideologica”. Il gender sta invadendo la nostra società, soprattutto – e questo è ancora più pericoloso – si sta tentando anche in Italia di introdurre l’ideologia del gender con percorsi educativi all’interno della scuola, il che vuol dire che le vittime sono i bambini, gli adolescenti, i giovani, quindi le persone che sono meno attrezzate per poterlo comprendere e contrastare. E poi, efficacissimo, veramente provvidenziale, è stato che il Santo Padre abbia voluto legare questa ideologia alla fattispecie del matrimonio. Anche noi da sempre diciamo che il gender è una vera e propria bomba atomica messa nel cuore della famiglia.

D. – C’è chi dice che la teoria del gender sia una montatura, che non esista …

R. – Chiunque continui a sostenere una cosa di questo genere, le possibilità che ha per sostenerla sono due: o è in malafede oppure è ignorante. Perché l’ideologia di gender ha delle basi filosofiche profondissime: nasce agli inizi degli anni Cinquanta, si fortifica negli anni Settanta-Ottanta e poi si radicalizza ai nostri giorni e ha quindi autori, sociologi, psicologi, medici, filosofi che hanno contribuito a costruirla. Tante volte viene utilizzato l’escamotage di dire: “Il gender non esiste; esistono gli studi di genere”, i “gender studies”, alla fine degli anni Settanta-inizio anni Ottanta negli Stati Uniti. Va subito detto con chiarezza che si tratta sì di due cose diverse, ma i “gender studies” nati come tentativo di risolvere la disuguaglianza di dignità e di diritti che esisteva tra l’uomo e la donna – tentativo sacrosanto, soprattutto in quegli anni – è diventato progressivamente la fucina di ulteriore implementazione dell’ideologia di gender. Perché si è poi arrivati a dire che non si trattava soltanto di emancipare la donna rispetto a una condizione di subordinazione, come era in quegli anni, rispetto all’uomo. Ma si trattava di poter mettere a disposizione categorie di appartenenza di genere diverse. E si passa così dall’idea, che è basata su tutta la storia antropologica dell’uomo, che esistono due generi, perché esistono due sessi, all’idea che esistono due sessi in ambito medico-biologico, e che i generi di appartenenza – essendo motivati dalla libera scelta e dal desiderio del soggetto – sono diventati progressivamente quattro, sette, otto, dieci: oggi siamo a 58 generi diversi.

D. – Il fatto che si neghi l’esistenza di una teoria, in fondo non significa anche che si neghi la bontà di questa stessa teoria?

R. – Chi sta portando avanti una strategia di infezione di questo virus del genere da parte di tutta la società, ha tutto il vantaggio di tentare di rimanere nascosto. E’ come un virus: finché noi non l’abbiamo isolato, non abbiamo neanche il vaccino per cercare di contrastarlo.

D. – C’è chi sostiene che questi messaggi che passano anche ai bambini, e che la Chiesa cattolica considera frutto della teoria gender, siano in realtà parte di una lotta contro il bullismo omofobico e la discriminazione. Ma c’è una maniera diversa di far passare, appunto, messaggi contro il bullismo e la discriminazione?

R. – Questo è un concetto importantissimo: combattere contro ogni forma di violenza, di discriminazione, di violenza sia fisica che verbale, nei confronti di chicchessia, è chiaro che è uno dei capisaldi di una società che vuole mantenersi civile. Per cui, dobbiamo mettere in atto tutte le strategie educative che possono arrivare a eliminare ogni forma di violenza, di femminicidio, di discriminazione. Ma per far questo, non è assolutamente necessario, anzi, diventa ideologico, utilizzare una ideologia stessa. Le persone vanno tutelate e protette, ma soprattutto vanno rispettate nella loro dignità, per il fatto che sono persone, indipendentemente dalla qualità che la persone in quel momento possa esprimere. E per far questo, bisogna fare riferimento – almeno per quanto riguarda la nostra nazione, il nostro Paese – alla Carta costituzionale. Quindi, bisogna creare all’interno delle scuole dei percorsi di educazione civica, affinché si insegni ai ragazzi e li si aiuti a capire che l’articolo 3 della Costituzione dichiara che nessuno può essere discriminato per "condizioni personali e sociali”. Nelle condizioni personali ci sta dentro tutto. Usare questo come se fosse una specie di sommergibile, invisibile alla stragrande maggioranza dei genitori, che non si rendono conto di quanto stia accadendo nella scuola, in maniera da poter portare nel porto della società e della famiglia delle bombe atomiche da far scoppiare, utilizzando l’idea della lotta al bullismo, e introdurre invece l’indifferentismo, l’orientamento di genere, l’identità di sé, è chiaro che è una strategia con cui, in maniera nascosta, si vuole veicolare un messaggio ben diverso.








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