2016-10-08 13:44:00

Marocco: primo partito gli islamisti di “Giustizia e Sviluppo”


In Marocco le elezioni legislative, tenutesi ieri, sono state vinte dalla formazione del premier Abdel Ilah Benkirane: il partito islamista “Giustizia e Sviluppo”, ha conquistato 125 seggi su 395. I liberali di centrosinistra del partito “Autenticità e Modernità” hanno invece ottenuto 102 seggi. Si è recato alle urne il 43% degli elettori. Sull’esito di queste consultazioni Amedeo Lomonaco ha intervistato Fabrizio De Longis, giornalista esperto dell’area nordafricana:

R. – La conferma del partito “Giustizia e sviluppo”, in Marocco, rappresenta un prosieguo del processo di stabilizzazione interna al Paese. Arriva dopo la riforma costituzionale del 2011, portata dal re Mohammed VI, che fece in modo di evitare la “Primavera araba” nel Paese. E il re condusse proprio il partito “Giustizia e sviluppo” al governo. Il Marocco si sta proponendo, in Nord Africa, per la stabilizzazione del Mediterraneo. Quindi guardano con grande interesse a questo Paese sia l’Unione Europea, sia l’America e anche la Russia. In questa vittoria si vede una differenza rispetto al 2011: il partito “Giustizia e sviluppo” avrà più difficoltà a formare un governo di coalizione come quello uscente. Teniamo presente che il Marocco ha un grosso problema interno, un problema di sicurezza: quello del Fronte Polisario, che continua ad essere un fronte che si sta avvicinando all’Isis. E al Nord del Paese crea diversi problemi.

D. – Il Paese ha gli anticorpi per arginare la minaccia terroristica?

R. – Il Paese ha forti difese interne. Ha un’abitudine al contrasto del terrorismo. Va considerato il fatto che il partito “Giustizia e sviluppo” è un partito conservatore, un partito islamista che però sta guidando il Paese verso una forte riforma della giustizia. C’è una forte capacità di contrasto del terrorismo. Il rischio ovviamente persiste, se non altro perché all’interno del Paese c’è un movimento terroristico che, però, si sta provando ad orientare verso quel processo che consiste nel guidare i movimenti ribelli a diventare un partito.

D. – Il Marocco ha recentemente presentato una richiesta per rientrare, dopo 32 anni di assenza, nell’Unione Africana. Questa decisione può portare ad una soluzione della questione del Sahara occidentale e, quindi, a soffocare almeno in parte questo fronte di forte tensione?

R. – Ci sarà, forse, una soluzione a lungo termine. Comunque è un atto molto importante e vede il Marocco rientrare e, anzi, proporsi come primo soggetto per la stabilità di quell’area. Ma è difficile che si possa avere una soluzione a breve termine. Il Marocco, prima di tutto, deve porre una soluzione alle sue problematiche interne. Poi potrà riuscire a giocare questo ruolo importante.

D. – Tra le problematiche principali del Paese ci sono sicuramente il sistema sanitario, l’istruzione e, soprattutto, la disoccupazione. Un giovane su cinque, in Marocco, è disoccupato …

R. – Questa sarà la grande sfida del partito “Giustizia e sviluppo”, che però è stato accusato dai suoi stessi alleati - per cui sarà più difficile, per questo partito, tenere in questo momento il governo di coalizione - di aver fatto poco nei cinque anni passati.

D. – Un dato significativo di queste elezioni è quello dell’affluenza: ha votato solo il 43% degli elettori…

R. – Sono molto pochi. Ci sono state accuse di brogli. Questo dato dimostra il fatto che la regione meridionale del Marocco è ancora rurale. E' una parte che ha bisogno di sviluppo e c’è – in virtù anche della poca istruzione – poco interesse alla politica.

D. – Un altro nodo cruciale è quello legato all’ambiente: il Marocco ospiterà a novembre, tra l’altro, la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sul clima. Un appuntamento importante, cruciale per il Paese …

R. – Certamente. Sarà questa l’opportunità, per il Marocco, di dimostrare la capacità di essere leader dell’area del Nord Africa. E un'opportunità per affrontare un tema di grande importanza mondiale ma anche di grande interesse per queste nazioni maggiormente emergenti nel contesto africano. Il Marocco sta anche guardando, con grande attenzione, alla potenzialità del clima in un’ottica di evoluzione di economia verde.








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