2016-10-11 16:20:00

Colombia: la ricerca della pace nella misericordia e riconciliazione


La sfida della pace

La Chiesa colombiana affronta con energia e coinvolgimento la sfida della pace nel Paese. Nel corso della settimana che segue l’annuncio dell’assegnazione del premio Nobel al presidente Juan Manuel Santos, i vescovi della Colombia si riuniscono per valutare le linee pastorali e il contributo dei cattolici alla costruzione di una pace duratura nel Paese. I nodi da sciogliere sono soprattutto quelli che hanno portato il 2 ottobre alla bocciatura referendaria degli accordi di pace conclusi dal presidente Santos con le FARC. Il cessate il fuoco e la rinuncia alla violenza appaiono ormai assodati anche se le tensioni legate all’eredità di 52 anni di conflitto sono ancora forti. Per comprendere quanto avviene in Colombia abbiamo interpellato Alvaro Vargas Martino, giornalista italo-colombiano del quotidiano on line FarodiRoma.it

Secondo Alvaro Vargas Martino l’assegnazione del premio Nobel al presidente Santos è da interpretare come un incoraggiamento a proseguire i dialoghi di pace nonostante la vittoria del NO al referendum. Inoltre questo prestigioso riconoscimento per la pace  dà merito al presidente di avere avviato i negoziati a Cuba già nel 2012, compiendo un grande sforzo per concludere uno dei conflitti più lunghi e sanguinosi della storia.

Un risarcimento alle vittime

Il presidente Santos ha promesso che la parte finanziaria del premio Nobel verrà devoluta alle vittime del conflitto. Secondo alcune stime la guerra in Colombia ha provocato 226mila morti e almeno 8 milioni di vittime dirette e indirette.

Referendum

Il no referendario ha voluto sottolineare il cardinale Salazar Gomez, arcivescovo di Bogotà, non è un no alla pace. Quello che la Chiesa ha sottolineato è che tutti vogliono la pace in Colombia, il no è solo su alcuni punti specifici dell’accordo raggiunto al L’Avana.

Riconciliazione e perdono

L’alto prelato, che è anche presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM) sostiene che l’accordo di cui si discute è politico, ma che la pace va costruita con il perdono, la riconciliazione e la fraternità e tutte queste cose devono essere perseguite su base quotidiana. Ecco perché – spiega Vargas Martino - si parla già della fase del post-conflitto per sanare tutte le ferite dopo 52 anni di guerra.

Pedagogia della pace

Secondo mons. Luis Augusto Castro Quiroga, presidente della Conferenza episcopale colombiana, l’accordo che è di circa 300 pagine non è stato ben spiegato, né compreso dalla maggioranza della popolazione. Anche il breve tempo che è trascorso tra la fine dell’accordo e il plebiscito non è stato sufficiente per matabolizzare i contenuti dell’intesa. Senza contare che l’accordo è stato scritto in termini giuridici, per cui è difficile capire la portata e il senso di ciò che dice. 

L’impulso della Chiesa al dialogo

La politica ha ripreso a dialogare. Il presidente Santos e l’ex presidente Alvaro Uribe, esponente dell’opposizione, hanno rilanciato il dialogo politico ritenendo necessario sistemare i punti controversi dell’accordo e proseguire questo lavoro verso la pace. Perché tutti concordano: alla pace non c’è alternativa.

 








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