2016-10-12 11:48:00

Papa: un gesto di misericordia al giorno è la "vera rivoluzione"


Ognuno di noi faccia almeno un’opera di misericordia corporale o spirituale al giorno, un semplice gesto quotidiano: così ci sarà “una vera rivoluzione culturale”. E’ questo, in sintesi, l'invito che Papa Francesco ha rivolto ai fedeli nella catechesi dell’udienza generale, stamani in Piazza San Pietro. Tanti i fedeli presenti, come di consueto di ogni età e provenienti da ogni parte del mondo, tra loro anche circa 100 spagnoli, malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica, Sla. A tutti il Papa ricorda che le opere di misericordia sono occasione per incontrare Gesù. Il servizio di Debora Donnini:

E’ come entrare nel cuore della misericordia: declinarla concretamente per viverla ogni giorno. Questo ha fatto nella catechesi Papa Francesco, ricordando le opere di misericordia corporali e spirituali e chiedendo di impararle a memoria:

“Sono convinto che attraverso questi semplici gesti quotidiani possiamo compiere una vera rivoluzione culturale, come è stato in passato. Se ognuno di noi, ogni giorno, ne fa una di queste, questa sarà una rivoluzione nel mondo! Ma tutti, eh! Ognuno di noi”.

Le opere di misericordia sono antidoto a virus dell'indifferenza
Si tratta dunque di quella santità della vita quotidiana di cui Francesco ha parlato più volte. Di quelle opere che nel corso dei secoli “tante persone semplici” hanno messo in pratica perché la Chiesa “fedele al suo Signore, nutre un amore preferenziale per i più deboli”:

“Spesso sono le persone più vicine a noi che hanno bisogno del nostro aiuto. Non dobbiamo andare alla ricerca di chissà quali imprese da realizzare. È meglio iniziare da quelle più semplici, che il Signore ci indica come le più urgenti. In un mondo purtroppo colpito dal virus dell’indifferenza, le opere di misericordia sono il miglior antidoto”.

Santa Teresa di Calcutta si chinava su chi incontrava per strada
Tanti Santi, infatti, sono ricordati non per le grandi opere che hanno realizzato, ma per la carità che hanno trasmesso. Come Santa Teresa di Calcutta:

“Non la ricordiamo per le tante case che ha aperto nel mondo, ma perché si chinava su ogni persona che trovava in mezzo alla strada per restituirle la dignità. Quanti bambini abbandonati ha stretto tra le sue braccia; quanti moribondi ha accompagnato sulla soglia dell’eternità tenendoli per mano!”.

Si tratta di piccoli gesti, non di sforzi sovrumani
“Queste opere di misericordia sono i tratti del volto di Gesù Cristo” che porta a ciascuno la tenerezza di Dio. Francesco, dunque, prosegue le catechesi sulla misericordia, in questo Anno Santo, e dopo aver parlato della misericordia di Dio e della sua incarnazione in Gesù, vuole ricordare come non sia sufficiente riceverla, ma bisogna anche trasmetterla diventandone “strumento per gli altri”. Un’esperienza che deve abbracciare tutta l’esistenza:

“Come, dunque, possiamo essere testimoni di misericordia? Non pensiamo che si tratti di compiere grandi sforzi o gesti sovraumani. No, non è così. Il Signore ci indica una strada molto più semplice, fatta di piccoli gesti che hanno però ai suoi occhi un grande valore, a tal punto che ci ha detto che su questi saremo giudicati”.

C’è una pagina del Vangelo che per Papa Francesco si potrebbe considerare come il “testamento di Gesù” da parte dell’evangelista Matteo: ogni volta che diamo da mangiare a chi ha fame, lo facciamo a Gesù stesso.

Tra le opere di misericordia spirituali c'è "sopportare le persone moleste"
Ci sono poi altre sette opere di misericordia cosiddette spirituali, che riguardano esigenze ugualmente importanti, soprattutto oggi, perché “spesso fanno soffrire di più”. Consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, pregare Dio per i vivi e per i morti. E una che è entrata nel linguaggio comune: “Sopportare pazientemente le persone moleste”. “Ce ne sono di persone moleste!”, sottolinea il Papa ricordando come questo contenga “un sentimento di profonda carità”. 

Ogni gesto di misericordia verso gli altri è fatto anche a Gesù
L’invito di Francesco è quindi a riconoscere il volto di Cristo in quello di chi è nel bisogno:

“Sono cose di tutti i giorni! 'Ma io sono afflitto…'- 'Ma Dio ti aiuterà, non ho tempo…'. No! Mi fermo, lo ascolto, perdo il tempo e consolo lui, quello è un gesto di misericordia e quello è fatto non solo a lui, è fatto a Gesù!”.

Ricordata la frase di Sant’Agostino: “Ho paura che il Signore passi”, cioè che “il Signore passi davanti a me in una di queste persone”, dice il Papa, “e io non me ne accorga che è Gesù”. Ma se si resta indifferenti, si perde l’occasione di incontro con Lui.

Al termine dell'udienza, il Papa ha salutato i numerosi pellegrini provenienti da molti Paesi, fra loro alcuni da Haiti, colpita la scorsa settimana da un forte uragano, e gli operai impegnati nel restauro della Basilica della Natività a Betlemme, accompagnati dal vicario generale della Custodia di Terra Santa, Fra Dobromir Jasztal. Fra i presenti anche i partecipanti alla Conferenza Europea delle Radio Cristiane.








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