2016-10-12 12:17:00

Papa: guerra in Siria è disumana, imploro cessate il fuoco


Vicinanza a tutte le vittime del “disumano” conflitto in Siria. Con queste parole, l’ha sottolineata e ribadita ancora una volta Papa Francesco, all’udienza generale in Piazza San Pietro:

“È con un senso di urgenza che rinnovo il mio appello, implorando, con tutta la mia forza, i responsabili, affinché si provveda a un immediato cessate il fuoco, che sia imposto e rispettato almeno per il tempo necessario a consentire l’evacuazione dei civili, soprattutto dei bambini, che sono ancora intrappolati sotto i bombardamenti cruenti”.

Sul terreno in Siria si registrano nuovi intensi raid aerei russi e governativi sui quartieri orientali di Aleppo, controllati dagli insorti. A riferirlo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria. Almeno 25 le vittime negli ultimi attacchi. In un altro bombardamento, condotto dall’esercito turco, sono rimasti uccisi 47 jihadisti del sedicente Stato Islamico. Sul piano diplomatico, si registra l'annullamento della visita di Vladimir Putin a Parigi, prevista per mercoledì prossimo. Secondo la stampa internazionale, all’origine ci sarebbero proprio le tensioni tra Russia e Francia circa i bombardamenti su Aleppo est. Nella zona, l’Onu stima si trovino ancora circa 275 mila civili. Per loro anche la preoccupazione di Caritas Internationalis. Giada Aquilino ne ha intervistato il segretario generale, Michel Roy:

R. – È una strategia completa, perché i bombardamenti dell’esercito siriano con i russi sono sistematici: distruggono tutto. È una tattica per vuotare questa parte molto importante di territorio di Aleppo – Aleppo  Est –: è una strategia geopolitica. Ci sono bombardamenti anche sull’altra parte di Aleppo. Ma quest’approccio è il risultato dell’impossibilità di dialogare su una soluzione politica per la Siria, che è l’unica via per il futuro.

D. – Il Papa invoca ”implorando”, dice, un “immediato cessate il fuoco”; anche Caritas Internationalis: ecco, quanto è necessario e a cosa serve secondo quanto riferiscono i vostri operatori sul terreno?

R. – La soluzione immediata è il cessate il fuoco – lo abbiamo avuto prima, negli ultimi mesi –, perché esso permette l’arrivo degli aiuti umanitari; la gente può respirare di nuovo: la gente è traumatizzata; ed è necessario per andare avanti nel campo dei necessari negoziati politici, che adesso si sono fermati. Ma il futuro della Siria per noi – per la Chiesa in Siria e per Caritas Siria – è in un governo di unità nazionale. Ciò vuol dire che il futuro politico deve essere fatto con coloro che sono presenti: il governo del partito Baath e i ribelli, sicuramente anche i ribelli radicali. Allora dobbiamo implorare i russi, gli americani, gli europei, gli arabi, gli iraniani, a fermare una visione, che è una visione di guerra, di confitto, per permettere ai siriani di ogni parte di discutere.

D. – Caritas Internationalis si sofferma anche sull’emergenza per le infrastrutture sanitarie e gli ospedali…

R. – Sì, la salute è un campo prioritario: come ha detto il neocardinale, Mario Zenari, quello della salute è uno dei campi prioritari. Lavoriamo nell’ambito dell’accesso al cibo, dell’accesso all’acqua, della salute, ma anche in quello dell’educazione, perché un popolo di giovani senza istruzione è un popolo perso e che incrementa i rischi per il futuro.

D. – Papa Francesco parla dei civili, soprattutto dei bambini intrappolati sotto quelli che definisce “bombardamenti cruenti”. Caritas Internationalis evidenza che sono 100mila i bambini intrappolati ad Aleppo Est…

R. – Sì, queste sono le cifre che riceviamo da tutte le parti. Sicuramente, perché Aleppo è una città, con le famiglie, e sono pochi quelli che realmente fanno la guerra.

D. – Attraverso la campagna “Siria: la pace è possibile”, allora qual è il messaggio di Caritas Internationalis, e a chi è diretto?

R. – Arrivare ad un cessate il fuoco, in primo luogo; e in secondo luogo, facilitare un dialogo inclusivo tra i siriani. E questo messaggio lo portiamo dappertutto: abbiamo infatti domandato ai membri Caritas di tutto il mondo di parlare con il loro governo, il loro ministero degli Affari esteri, affinché essi non siano silenziosi su ciò che accade in Siria, e si impegnino, anche loro, per far sì che la guerra in Siria si fermi. Il Papa molto spesso ha parlato del commercio delle armi: una guerra è fonte di ricchezza per coloro che fabbricano le armi – hanno bisogno di guerre – allora, sarebbe bene che questo commercio fosse più trasparente e che la gente sappia.








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