2016-10-13 13:02:00

Parolin a Fatima: costruiamo una Chiesa che annuncia con coraggio


Maria ci insegna come stare sotto la Croce, accogliamola come Madre. E’ quanto affermato dal cardinale Pietro Parolin nella Messa di stamani presso il Santuario mariano di Fatima, in occasione di un pellegrinaggio internazionale. Maria, ha detto il segretario di Stato, ci consola quando viviamo momenti oscuri perché ci aiuta a stare come Lei dinanzi al Figlio crocifisso. Il suo cuore, ha detto, non si è ristretto ma dilatato. Maria, ha soggiunto il porporato, non si sottomette alle regole dei forti e dei potenti che – in quel tempo – impedivano ai parenti dei condannati di avvicinarsi al luogo della Crocifissione. E’ invece coraggiosa e così ci aiuta ad incontrare Gesù. Al termine dell’omelia, il cardinale Parolin ha esortato i fedeli a diventare costruttori di una Chiesa che, nonostante le contraddizioni, annuncia il Vangelo a tutti, come anche chiesto da Papa Francesco con il Giubileo della Misericordia. 

Ieri, nella prima giornata del pellegrinaggio, in una conferenza sull'identità dell'Europa tenuta all'Università cattolica portoghese di Lisbona, il porporato ha detto che occorre “ritrovare le radici cristiane sulle quali la storia dell'Europa si è sviluppata per poter esercitare fino in fondo la nostra responsabilità pubblica. Noi cristiani, prima di tutto". L'Unione Europea, ha detto, "si trova oggi a dover affrontare simultaneamente un insieme di crisi senza precedenti nella sua storia. Alcune sono globali (come la recessione economica e la crisi dell'Euro o le grandi migrazioni di massa); altre geopolitiche (quella 'terza guerra mondiale a pezzi' di cui parla Papa Francesco, con i conflitti in Siria, Iraq, Libia, Somalia o il conflitto congelato nel sud dell'Ucraina); altre sociali (la crisi dell'occupazione, soprattutto giovanile); altre ancora di tipo culturale (un diffuso orientamento che sminuisce la generatività e la famiglia, un processo di desertificazione della religione); altre, per così dire, trasversali, come la sicurezza e il terrorismo. Infine, la crisi istituzionale e democratica, interna alla stessa Unione e ai paesi aderenti, con l'apertura di un processo di de-europeizzazione avviato dal referendum inglese dello scorso giugno, con il cosiddetto Brexit".

Per il porporato "di fronte alle crisi geopolitiche in corso, l'Unione Europea non riesce a parlare efficacemente con una sola voce". "Manca un'Europa come soggetto forte ed equilibratore nella costruzione e nel mantenimento della pace. Manca un'Europa nel contrasto al traffico d'armi che alimenta le guerre. Manca un'Europa nella realizzazione di un progetto di aiuti e interventi umanitari che mirino a porre fine ai conflitti".

Inoltre, "gli attacchi terroristici di matrice islamica che hanno colpito gravemente paesi come la Spagna, la Gran Bretagna, la Francia soprattutto, e il Belgio, hanno scatenato il corto circuito della paura e hanno dimostrato non solo il bisogno di un miglior coordinamento europeo in materia di sicurezza, ma anche il bisogno di un ritorno alle radici culturali profonde del continente". Secondo il segretario di Stato, "identità deboli, anche sul piano religioso, generano processi sociali di disorientamento e, a volte, risposte generazionali di radicalismo. Identità deboli impediscono il dialogo e processi di integrazione".

"Nella percezione di una crescente opinione pubblica europea - ha concluso il cardinale Parolin - questo fenomeno si collega erroneamente alla sfida più grande che l'Europa deve affrontare oggi: l'emigrazione di massa dal Nord dell'Africa e dal Medio oriente. Un'umanità varia, in fuga dalla povertà, dalla violenza e dalle guerre, che cerca di dare un futuro alla propria vita. Più che le istituzioni dell'Unione, qui sono chiamati in causa i singoli stati che non accettano un sistema europeo comune di accoglienza, lasciando ricadere, anche grazie alla Convenzione di Dublino, il peso dell'accoglienza soprattutto sugli stati del Sud. Non si deve sottovalutare il crescente sentimento di paura e d'insicurezza nelle popolazioni europee".








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