2016-10-14 12:00:00

Papa in soccorso delle popolazioni di Haiti colpite dall'uragano


Papa Francesco, invierà tramite il Pontificio Consiglio Cor Unum, un primo contributo di 100.000 dollari per il soccorso alle popolazioni del territorio di Haiti colpite dal dell’uragano “Matthew”. Questa offerta, che sarà impiegata a sostegno delle opere di assistenza a favore degli alluvionati,  si  va ad inserire all’interno della rete di aiuti che si è subito attivata in tutta la Chiesa cattolica e che ha coinvolto diverse Conferenze episcopali e numerosi organismi di carità, e vuole essere una prima e immediata espressione concreta dei sentimenti di spirituale vicinanza e paterno incoraggiamento del papa nei confronti delle persone e dei territori colpiti così duramente. Infatti, Caritas Haiti, in collegamento con Caritas Internationalis, dopo il passaggio dell’uragano, ha subito lanciato un primo appello di emergenza per aiuti a 2.700 famiglie per l’acquisto e la distribuzione di 2.700 kit alimentari, la fornitura di 2.700 kit d’igiene e l’attivazione di programmi per consigliare e sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione di malattie infettive. Ascoltiamo il segretario di Cor Unum mons. Giovanni Pietro Dal Toso al microfono di Marina Tomarro:

R. – Il Santo Padre subito è intervenuto per chiedere un’attenzione generale alla comunità internazionale per venire incontro alle necessità di Haiti in questo momento. Noi sappiamo che Haiti è un Paese molto debole, sia dal punto di vista strutturale sia dal punto di vista economico, e ha bisogno di essere aiutato in questo senso forse più di altri Paesi, per l’estrema povertà della popolazione che vi abita. Quindi, il Papa ha fatto un appello speciale per chiedere alla comunità internazionale di aiutare Haiti in questo momento e ha dato un segno concreto della sua partecipazione attraverso questo dono che viene trasmesso alla Chiesa di Haiti. E’ evidente che si tratta di un primo iniziale dono: le necessità sono immense. In questo momento, però, è anche difficile censirle veramente. Ci sono aiuti da diverse parti, però in questo momento si tratta soprattutto di venire incontro alle primissime necessità, che sono quelle di dare da mangiare e da bene e un minimo di sicurezza a queste persone. Noi contiamo poi più avanti di avere, come in passato del resto, di poter dare un aiuto più sostanzioso che probabilmente si concretizzerà in un’opera più importante nella fase della ricostruzione.

D. – Vi sono arrivate notizie da Haiti? Quali sono le emergenze in questo momento, quelle più urgenti?

R. – Evidentemente le notizie ci sono arrivate e l’emergenza è il fatto che ci siano persone che da un momento all’altro si sono trovate senza niente: senza una casa dove stare, senza un’attività da svolgere, senza acqua da bere … Questo ciclone che si è abbattuto nella parte Sud del Paese ha fatto danni enormi soprattutto in alcune zone, lasciando la popolazione priva di tutto. In queste fasi è chiaro che la priorità va data all’aiuto immediato. La nostra attenzione per Haiti è un’attenzione abbastanza continuata nel tempo.

D. – Insieme a Haiti, quali sono le altre emergenze su cui Cor Unum sta dando il suo sostegno?

R. – L’emergenza più importante nella quale siamo attualmente impegnati è l’Ucraina, da un punto di vista pratico, perché – come sappiamo – il Santo Padre ha voluto, alla fine di aprile, una grande colletta per richiamare l’attenzione di tutta l’Europa e di tutto il mondo su questa situazione specifica. I frutti di questa colletta adesso devono essere spesi a favore della popolazione e quindi è stato costituito un comitato tecnico e Cor Unum sta seguendo l’attività di questo comitato tecnico che adesso incomincia, dopo essersi costituito, dopo essersi dato uno statuto, a erogare i primi finanziamenti per venire incontro a questa necessità dei profughi. E poi, come sappiamo, per noi ha una grande importanza, da diversi anni stiamo seguendo più da vicino il conflitto in Siria e in Iraq con le conseguenze umanitarie gravissime che questo ha. Basti pensare semplicemente all’enorme numero di profughi e all’enorme numero anche di sfollati interni. In questo contesto, appunto, il 29 settembre scorso abbiamo avuto un incontro importante qui, con numerosi organismi di carità cattolici, rappresentanti dell’episcopato di Iraq e di Siria, per cercare di trasmettere una visione comune per cercare anche di darci delle priorità in questo lavoro. Inoltre, devo anche dire che ci sono molte altre piccole e grandi emergenze, nel pianeta, che purtroppo non sono sufficientemente considerate. Vorrei spendere una piccola parola sul fatto che in Etiopia da diversi mesi si sta protraendo una situazione grave di mancanza di alimenti, e anche in quel caso abbiamo sostenuto l’azione di queste diocesi per garantire progetti umanitari a favore della popolazione. La questione umanitaria è una questione sempre più emergente nel mondo attuale, dovuta sia a catastrofi naturali sia però anche a cause umane come, appunto, nel Medio Oriente e in tutte queste situazioni noi cerchiamo, per quanto possibile, di rendere presente il Papa. Cioè, è importante che si veda che il Papa non solo fa importantissimi appelli alla comunità internazionale, ma anche – per quanto possibile – cerca di intervenire direttamente a favore delle persone.








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