2016-10-14 14:00:00

Vescovi francesi: politica non sia ostaggio di ambizioni smisurate


“Se prendiamo la parola oggi, è perché amiamo il nostro Paese e siamo preoccupati della sua situazione”. Si apre così la Lettera che il Consiglio permanente dei vescovi francesi rivolge “agli abitanti del Paese” con il titolo “In un mondo che cambia, ritrovare il senso della politica”. Un testo impegnativo - riferisce l'agenzia Sir - suddiviso in 10 paragrafi in cui l’episcopato di Francia passa in rassegna punto per punto gli aspetti problematici che stanno mettendo a dura prova la vita della nazione: crisi economica e recessione, tensioni sociali, disoccupazione e sentimento di ingiustizia, differenza culturale e integrazione, giovani e derive jihadiste, educazione e questione sicurezza.

Non restare sordi o indifferenti alle situazioni difficili che vive il Paese
“Bisogna essere sordi o ciechi – scrivono i presuli - per non rendersi conto della stanchezza, delle frustrazioni, delle paure e anche della rabbia che abitano una parte importante degli abitanti del nostro Paese e che esprimono un profondo desiderio di cambiamento. Bisogna essere indifferenti e insensibili per non essere toccati dalle situazioni di precarietà ed esclusione che vivono molti sul nostro territorio nazionale”.

Politica ricerchi il bene comune
Per sua natura e vocazione – ribadisce la Cef – la politica è chiamata a ricercare “il bene comune”, a “prediligere l’interesse generale su quello di parte”. Ma la realtà è diversa: i vescovi d’Oltralpe descrivono una politica ostaggio di “ambizioni personali smisurate, manovre e calcoli elettorali, promesse non mantenute, visioni totalmente sganciate dalla realtà, assenza di progetto e visione a lungo termine, comportamenti di parte e demagogici”.

Superare i paradossi sociali e rispondere alle attese della popolazione
Il documento episcopale – spiega all’agenzia Sir mons. Pascal Delannoy, membro del Consiglio permanente e vescovo di Saint-Denis “prepara certamente alle prossime elezioni presidenziali, ma la sua pertinenza resta assolutamente valida al di là delle elezioni. È l’invito a riscoprire il senso del politico che deve avere un progetto. Solo chi ha una visione di società può rispondere alle attese della gente e superare i tanti paradossi che sta vivendo la società francese”. I vescovi – aggiunge– hanno voluto provocare “una riflessione di fondo sul posto della politica oggi nella nostra società”, che oggi sembra “sempre più concentrata a gestire i problemi economici e finanziari ed incapace a rispondere alle attese più profonde della gente”.

No agli estremismi, puntare su dialogo e confronto pacifico
I presuli di Parigi evidenziano, quindi, che la crisi della politica è anzitutto crisi della parola che troppo spesso si trasforma in “menzogna, corruzione”: “Si fa sempre più sottile – si legge nel documento - il margine tra chi non crede più nella politica e si disinteressa della vita pubblica e chi, pieno di rabbia, si orienta verso gli estremi”. Questo “è il paradosso – aggiunge mons. Delannoy – di vivere in una società che dispone di molti mezzi comunicativi, ma in cui le persone hanno sempre più difficoltà a dialogare tra loro. Non c’è più capacità di confronto, dialogo, parola e le divergenze di opinione e pensiero, invece di essere accolte e ascoltate, terminano in maniera conflittuale”.

Necessario l’impegno di tutti
​Di qui, l’invito conclusivo della Cef: “Ciascuno, per quello che gli compete, è responsabile della vita e dell’avvenire della nostra società. Ciò richiede coraggio e audacia, qualità che non sono mai mancate dal cuore del nostro Paese”. Quindi i vescovi concludono: “Le vere soluzioni ai problemi profondi della nostra epoca non arriveranno né dalla ripresa economica e finanziaria, benché importante, né dai gesti e dagli atteggiamenti di qualcuno. Verranno dall’ascolto personale e collettivo dei bisogni più profondi dell’uomo, e dall’impegno di tutti”. (Maria Chiara Biagioni)








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