2016-10-15 20:04:00

A Milano in centinaia per Dario Fo, il giullare degli umili


La città di Milano ha salutato stamattina per l'ultima volta il premio Nobel per la letteratura, Dario Fo, scomparso lo scorso giovedì all'età di 90 anni. La sua salma è stata sepolta al Famedio del cimitero monumentale cittadino, il luogo dove riposano i milanesi illustri, vicino alla moglie Franca Rame, scomparsa circa tre anni fa. Il servizio di Adriana Masotti:

Sotto una pioggia fitta e continua in piazza del Duomo in centinaia hanno partecipato alla cerimonia laica organizzata per rendere omaggio a Dario Fo: per suo stesso desiderio a parlare sono l’amico Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e il figlio di Dario e Franca, Jacopo. Sul sagrato, riparata da un gazebo la bara con accanto i soli familiari e gli amici più intimi. Nella vita di Dario Fo arte e politica sono state inscindibili: Petrini lo precisa subito prendendo la parola:

"Molte persone oneste e sincere hanno tenuto a sottolineare la differenza tra artista, genio straordinario e la politica, credo che sia impossibile e non sia
giusto: e ben lo sapevano quei sovversivi dell'accademia svedese che gli assegnarono il Nobel con una sintesi perfetta 'dileggia il potere e restituisce dignità agli oppressi”.

Dario Fo ha parlato agli umili della terra e gli umili lo hanno capito" osservato poi, raccontando di quando l’artista esibendosi davanti a 7000 contadini, pescatori e pastori di ogni parte del mondo, comunicò con loro senza necessità di traduzioni, dando voce alla condizione di povertà e alla domanda di giustizia di quella gente. Forte anche il ricordo di Franca, il basamento, dice Petrini, su cui si reggeva quel monumento che è stato Dario Fo.

E a entrambi i genitori Jacopo si riferisce continuamente nel suo commosso saluto. Racconta dell’ultima recita di suo padre, il primo agosto scorso, finita cantando. Già si sapeva, dice, della sua malattia e il dottore che l’aveva in cura ha commentato: “Io sono ateo ma adesso credo nei miracoli'".

"Allora io dico: l'arte, la passione e la solidarietà sono medicine, i medici dovrebbero prescriverle sulle ricette 'dopo pranzo fare arte e fare qualcosa per qualcun altro'".

Noi siamo comunisti e atei, dice ancora Jacopo, però mio padre non ha mai smesso di parlare con mia madre e di chiederle consiglio per cui conclude:

“Siamo anche un po' animisti, non è credibile che una persona muoia per davvero, dai!". "Sono sicuro che adesso mio padre e mia madre
sono lì, insieme e si fanno delle grandi risate”.

Gioia, commozione e dolore si mescolano e mentre la folla lascia la piazza, la Banda degli Ottoni suona le note di 'Bella ciao'. Ad aprire la cerimonia era stata invece la canzone "Stringimi forte i polsi dentro le mani tue", scritta da Dario Fo per la sua Franca.

 








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