Una giornata nazionale di preghiera per “la giustizia, la pace, la prosperità, il benessere, l’armonia e l’unità” in India. Ad indirla per oggi è stato il cardinale Baselios Cleemis, presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci), in un momento in cui - scrive in un messaggio ai fedeli - il Paese sta affrontando “sfide straordinarie, in particolare ai suoi confini”. Il riferimento è all’inasprirsi della crisi nel Kashmir, la regione contesa tra Pakistan e India dal 1947, dove non accenna a diminuire l’escalation di violenze riprese in questi mesi tra la guerriglia separatista e l’esercito federale. Scontri che hanno causato più un centinaio di morti e 12 mila feriti, mentre si riaccendono pericolosamente le tensioni tra Islamabad e New Delhi.
L’invito a partecipare alla giornata rivolto
anche ai credenti di altre religioni
Nella lettera, l’arcivescovo maggiore di Trivandrum
dei siro-malankaresi non si rivolge solo ai cattolici, ma invita i credenti di tutte
le religioni a unirsi alla preghiera per la pace, un valore che accomuna tutte le
fedi. A nome di tutta la Conferenza episcopale, scrive, “invito uomini e donne di
buona volontà ad unirsi. Possa ogni luogo di culto risuonare di preghiere per la nostra
amata nazione”. A questo scopo il cardinale Cleemis chiede di organizzare liturgie
e momenti di raccoglimento in tutte le diocesi.
Ottobre è un mese significativo per tutti
i credenti in India
Il messaggio - citato dall’agenzia Asianews - ricorda
anche come quello di ottobre sia un mese particolarmente significativo per tutte le
comunità di credenti in India: “Il 2 ottobre abbiamo celebrato il compleanno del Mahatma
Gandhi; il 4 ottobre è stata la festa di San Francesco di Assisi, messaggero di pace”,
seguita, l’11 ottobre dalla festa indù del Dussehra, che celebra la vittoria del bene
sul male, il 12 dalla festa islamica del Muharram. Giovedì 20 ottobre, poi, i sikh
ricorderanno la nascita del guru Granth, mentre il 30 si celebrerà il Deepavali, la
festa che per le religioni tradizionali indiane segna la vittoria della luce sulle
tenebre. “Fra tutte queste festività religiose - sottolinea il cardinale Cleemis -
il nostro amato Paese affronta una sfida straordinaria, specialmente ai suoi confini.
La Chiesa cattolica, con tutti gli altri credenti, vuole pregare per la giustizia,
la pace, la prosperità, l’armonia e l’unità”.
La nuova crisi nel Kashmir
Lo scontro tra i separatisti del Kashmir e il governo
di Delhi si è inasprito a luglio, quando le forze di sicurezza hanno ucciso Burhan
Wani, un militante molto presente sui social network. Da quel momento la vita nello
Stato è paralizzata dal coprifuoco. Nonostante i numerosi appelli al dialogo, nelle
ultime settimane lo scontro è precipitato. Il 18 settembre un commando di militanti
ha fatto irruzione nella base militare indiana a Uri e ha ucciso 18 soldati, prima
di essere “neutralizzato”. Alle azioni dei separatisti il doverno ha risposto con
attacchi contro le basi dei militanti sparse lungo il confine con il Pakistan e usando
la diplomazia per isolare il governo pakistano, accusato da Nuova Delhi di sponsorizzare
il terrorismo internazionale.
Le preoccupazioni dei vescovi
Sulla nuova crisi in Kashmir è intervenuto nei giorni
scorsi anche il card. Oswald Gracias, presidente dei vescovi indiani di rito latino,
che ha rinnovato l’appello “affinché si instauri il dialogo e la cooperazione tra
il governo indiano e pakistano”. Grande preoccupazione, in tal senso, è stata espressa
anche dall’arcivescovo di Faridabad dei siro-malabaresi, Kuriakose Bharanikulangara,
il quale ha ammonito che ogni azione immediata contro il Pakistan servirà solo ad
inasprire il conflitto che “è esattamente ciò che vogliono i terroristi”. (L.Z.)
All the contents on this site are copyrighted ©. |