2016-10-18 06:55:00

Congo: 22 ottobre convegno a Bologna e marcia per Bruxelles


E’ tempo di rompere il silenzio sul dramma, ormai ventennale, che vive il popolo congolese, pressoché ignorato, nonostante i milioni di morti e sfollati. Otto associazioni italiane, tra cui Focsiv, Cefa, Rete pace per il Congo, hanno aderito all’iniziativa europea del “Congo Week”, una settimana dedicata al Congo, dal 16 al 22 ottobre. Tra le iniziative, una Cena di raccolta fondi, venerdì 21, e una Marcia a staffetta da Reggio Emilia a Bruxelles, con partenza alle ore 9 di domenica 23. L’evento più importante è il convegno nazionale a Bologna, sabato 22 ottobre. John Mpaliza, un giovane congolese che batte per la pace nel suo Paese, raggiunto al telefono da Marcello Storgato, spiega il senso dell’iniziativa:

R. – Siamo tutti molto preoccupati per Beni. Il Papa, il 15 agosto, ha mandato un messaggio chiaro: ha chiesto preghiere per Beni e ha chiesto interesse da parte della comunità internazionale. Stanno massacrando la gente lì, ma questo succede ormai da più di due anni, sotto il silenzio del governo congolese e della comunità internazionale. Siamo tutti molto preoccupati. Ecco perché stiamo cercando di mobilitare l’opinione pubblica e chiedere di nuovo alle istituzioni di prendersi le loro responsabilità.

D. – Organizzate la Congo Week, una settimana per il Congo, e in questo contesto, tu partecipi alla marcia Reggio Emilia-Bruxelles ...

R. – L’idea è che sia dedicata una settimana al dramma congolese. Dal 16 al 22 ottobre c’è la Congo Week 2016 e la marcia partirà il 23 ottobre da Reggio Emilia e arriverà a Bruxelles l’8 dicembre. Ma c’è anche un Convegno molto importante. E’ bello, infatti, camminare per incontrare la gente, per spiegare, ma è anche molto importante sedersi e ragionare.

D. – Al Convegno di Bologna, sabato 22 ottobre, presso Cappella Farnese in Piazza Maggiore, dalle 11.00 alle 18.00, si parla della Campagna per la tracciabilità dei minerali in zone di conflitto, dei saccheggi delle risorse, dei massacri nell’est del Congo e di impegno per portare la pace. Cosa vi aspettate da Bruxelles?

R. – Più che aspettarci qualcosa da Bruxelles, ci aspettiamo qualcosa dalla gente. Non parto da solo, e non è la prima marcia; una delle marce mi ha portato anche a incontrare il Papa nel 2014. La cosa più importante è il percorso che facciamo, le persone che incontriamo, le reazioni delle persone, perché è l’opinione pubblica che deve chiedere un cambiamento. Stiamo parlando di pace e sappiamo che le istituzioni internazionali sanno tutto ciò che succede nel mondo; sanno tutto, però gli interessi economici sono molto spesso più importanti delle vite delle persone. Speriamo che il Parlamento europeo prenda una decisione e speriamo che ci sia un atto politico per fermare questi massacri. Speriamo quindi che l’Europa prenda una decisione forte. E’ importante, però, l’incontro con le persone, l’opinione pubblica, perché se loro chiederanno, sono sicuro che pian piano potremo arrivare al cambiamento.








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