2016-10-18 14:00:00

Caritas Milano: incontro per sconfiggere piaga della prostituzione


L' organizzazione "Unità di strada Avenida", in collaborazione con la Cooperativa Farsi Prossimo e la Caritas Ambrosiana propongono un significativo servizio di incontro alle donne che si prostituiscono sul territorio. Nella giornata di oggi, alle ore 18,30 nella sede della Caritas Ambrosiana, si terrà l’incontro dal titolo: “Lavora e stai zitta. Tratta e prostituzione tra parole e immagini”, con testimonianze, racconti ed esperienze promosse dalle operatrici, le quali racconteranno storie di donne incontrate di notte lungo i viali milanesi. Clarissa Guerrieri ha intervistato sull’argomento Suor Claudia Biondi, responsabile dell’area maltrattamento della Donna di Caritas Ambrosiana:

R. – Quello che vorremmo raggiungere è la possibilità di dare voce alle donne che sono sulla strada, vittime di tratta per prostituzione. Vorremmo dare loro voce. Tenteremo di intervallare le interviste con le donne con alcuni stimoli di riflessione sul fenomeno più in generale.

D. – In che modo le operatrici di questo organismo si propongono di offrire un sostegno?

R. – Noi come Caritas di Milano abbiamo una serie di servizi, tutti abbastanza piccoli, ma che possono accompagnare le donne in un percorso di fuoriuscita. Anche se il lavoro che noi facciamo sulla strada, il lavoro che in modo particolare presenteremo questa sera, è un lavoro che ha come obiettivo la relazione, quindi quello di offrire alle donne una relazione diversa da quelle che hanno abitualmente. Le donne che si prostituiscono, infatti, hanno relazioni con i clienti, con i propri sfruttatori, ma molto poco altro. Per cui, il nostro obiettivo è quello di offrire loro una relazione diversa, improntata sulla gratuità e sul fatto che loro possono avere qualcuno a cui chiedere aiuto nel caso in cui hanno bisogni, e ce ne sono molti.

D. – Tramite quale modalità questa unità riesce a influenzare soggetti di riferimento ai quali si rivolge?

R. – Noi incontriamo le donne abitualmente in tarda serata. L’unità di strada esce dalle dieci la sera fin verso le due di notte. Offriamo una relazione, offriamo loro informazioni sugli aspetti legali. Offriamo la possibilità di accedere ai servizi sanitari perché molto spesso hanno grossi problemi sanitari e non sanno a chi rivolgersi. Offriamo loro la possibilità di una vera e propria fuoriuscita, quindi l’abbandono della strada attraverso l’ingresso nelle strutture di ospitalità e un percorso che possa portare alla regolarizzazione oppure a un ritorno nel proprio Paese di origine.

D. – Ci può raccontare un’esperienza particolare?

R. – Ce ne sono tante… Le ragazze che in questi anni, perché sono circa 20 anni che noi abbiamo aperto l’unità di strada, sono uscite direttamente tramite la nostra unità di strada sono molto poche. Però ci sono state alcune ragazze che hanno telefonato ed è stata organizzata una fuga; il darsi appuntamento in un luogo particolare, il farle salire in macchina che non fosse riconoscibile, portarle in un pronto intervento … C’è stata una volta in cui una donna è stata portata in una casa di una persona amica perché in quel momento non c’erano altre possibilità e poi c’è stato l’inizio di un percorso che è un percorso che dura qualche anno. Poi quando il percorso si è concluso, perché c’è il permesso di soggiorno, perché c’è la casa, perché c’è lavoro, poi le relazioni quando sono relazioni  profonde continuano, e tutte le volte che c’è qualche problema, le donne si rifanno di nuovo vive con i nostri servizi. Non sono tantissime le donne che sono uscite tramite la nostra unità di strada però dal momento che c’è un grosso turnover sulla strada sappiamo che a volte donne che noi abbiamo conosciuto, si ritrovano su un altro territorio e fanno riferimento ad altre unità di strada perché hanno conosciuto la modalità, come alcune donne che arrivano da altri contesti in cui hanno conosciuto altre occasioni di relazione. La loro vita ci interessa e ci interessa in modo gratuito.








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