2016-10-18 14:23:00

Padre Sosa: Gesuiti impegnati a riconciliare una umanità ferita


Si è tenuta oggi presso la Curia generalizia dei Gesuiti la prima conferenza stampa del nuovo Preposito generale, padre Arturo Sosa. Accanto a lui, padre Federico Lombardi, assistente ad providentiam e consigliere generale. A seguire l’evento per noi c’era Alessandro Gisotti:

Annunciare il Vangelo in modo nuovo soprattutto laddove c’è più bisogno, impegnarsi a portare riconciliazione in un mondo che vive ferite profonde. Padre Arturo Sosa non ha delineato un programma di governo per la Compagnia di Gesù, ha invece indicato alcuni punti chiave per la missione dei Gesuiti all’indomani della sua elezione a Preposito generale.

Rapporto fecondo con Jorge Mario Bergoglio
Il Gesuita venezuelano ha rammentato il suo lungo e fecondo rapporto con Jorge Mario Bergoglio ed ha sottolineato che con Francesco si comunica facilmente e con profondità. Padre Sosa ha ricordato anche che la 36.ma Congregazione generale dei Gesuiti prosegue per l’elezione dell’organo di governo che sosterrà il Preposito nella sua missione.

Servizio alla fede e riconciliazione, priorità per i Gesuiti
Rispondendo alle domande dei giornalisti che hanno affollato proprio l’aula dove si è svolta l’elezione, padre Sosa ha evidenziato che per i Gesuiti restano prioritari il servizio alla fede e la formazione intellettuale. Quindi, padre Arturo Sosa ha messo l’accento sul contributo di riconciliazione che i figli di Sant’Ignazio di Loyola possono offrire in tante aree ferite del mondo:

“Riconciliazione tra tutti in diversi modi! In tutte le regioni del mondo si sente questa spaccatura, questa ferita profonda che ci divide e si sente anche di fronte a situazioni gravi. Allora questa è una grande chiamata alla riconciliazione, è una grandissima sfida per noi che, come Compagnia di Gesù, questi pochissimi uomini, possiamo contribuire almeno con un piccolo sforzo alla riconciliazione tra gli esseri umani che allo stesso tempo è riconciliazione con Dio e con il Creato”.

Una di queste è proprio il Venezuela, patria di padre Sosa che ha ribadito la volontà del popolo di vivere in pace senza più violenza. Né ha mancato di indicare nella gestione monopolista del petrolio da parte dello Stato uno degli ostacoli ad uno sviluppo compiuto della democrazia. Sulla Cina, il Preposito generale ha affermato che la presenza dei Gesuiti è di testimonianza e particolarmente significativa nel campo dell’istruzione.

Non sono un “papa nero”, servo la Chiesa come Gesuita
Padre Sosa ha riposto anche a domande a livello più personale: ha confidato che è sereno per il nuovo incarico, che sente l’aiuto dei suoi confratelli e soprattutto del Signore. “La Compagnia di Gesù è appunto Sua – ha osservato – e quindi il Signore non farà mancare il Suo sostegno”. Non gli piace essere chiamato “papa nero”, ha aggiunto, perché il proprio dei Gesuiti – a partire dal Preposito generale – è il servizio al Papa e ai vescovi. Ed ha confidato che della Compagnia di Gesù ama tutto fin da giovane quando si è subito sentito attratto dalla spiritualità ignaziana.

Anche per i Gesuiti è importante vivere la “Chiesa in uscita”
Nonostante gli ultimi tre Prepositi generali si siano dimessi, ha proseguito, la nomina resta a vita. E tuttavia, come anche testimoniato da Benedetto XVI, padre Sosa ha affermato che un Preposito può rinunciare quando sente che le forze gli vengono meno. Ancora, ha evidenziato che anche per i Gesuiti è importante seguire l’esortazione di Papa Francesco ad essere “Chiesa in uscita”. Padre Sosa ha infine messo l’accento sul rapporto proficuo tra comunicazione ed evangelizzazione, un binomio importante anche per i Gesuiti.








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