2016-10-18 14:19:00

Siria: Russia e Damasco sospendono i raid su Aleppo


Oggi, alle ore 10, in Siria, la Russia e il governo di Damasco hanno fermato gli attacchi aerei su Aleppo prima della "pausa umanitaria" pianificata per giovedì. Lo stop ai bombardamenti permetterà a miliziani e civili di lasciare la zona controllata dai ribelli lungo dei corridoi speciali. E domani a Ginevra si incontreranno gli esperti militari di Russia e Stati Uniti, per discutere la situazione sul terreno. Intanto, l’Onu pressa Mosca per allungare il più possibile la tregua. Il servizio di Marco Guerra:

L’obiettivo della Russia, con la "pausa umanitaria" lanciata ad Aleppo, è che si concretizzi la possibilità di realizzare l'accordo sulla Siria, raggiunto in precedenza con gli Stati Uniti. Il ministro degli Esteri russo Lavrov la definisce il cessate il fuoco un “gesto di buona volontà”, nella speranze che sia utilizzata per separare dal Fronte al-Nusra i gruppi armati che sono appoggiati dagli americani. E di come dividere l’opposizione moderata e i jihadisti parleranno domani a Ginevra gli esperti militari di Russia e Stati Uniti. Intanto, il presidente turco Erdogan fa sapere che Ankara e Washington stanno valutando una  possibile operazione congiunta per liberare Raqqa dallo Stato Islamico. Erdogan ha chiesto che all’attacco non predano parte le milizie curde. Infine sul terreno è attesa l’evacuazione di 620 ribelli con le loro famiglie, dalla città di Moadamiya dopo un accordo raggiunto con Damasco. Ma sulla prospettive della tregua ad Aleppo sentiamo, Gabriele Iacovino, responsabile analisti del Cesi (Centro studi internazionali):

R. – Di fatto è una pausa da combattimenti che molto probabilmente andranno avanti perché la situazione sul campo ancora non è definita. L’auspicio della Russia e della Siria, del regime siriano, è che Aleppo venga lasciata dai ribelli e che quindi venga ripresa in toto dal regime di Assad. La situazione è un po’ diversa. I combattimenti, molto probabilmente, continueranno anche dopo il cessate il fuoco perché ci sono ancora troppi gli interrogativi rispetto a quello che potrebbe essere il futuro di Aleppo.

D. – Infatti la Russia chiede ai governi Occidentali di convincere i gruppi armai a lasciare Aleppo; ovviamente le cancellerie europee e americane hanno tutt’altra intenzione …

R. - È difficile anche perché quella di Aleppo è una battaglia fondamentale per gli esiti e per il futuro della Siria. Né da una parte né dall’altra - quindi né da parte del regime e quindi della Russia che appoggia quest’ultimo, né dalla parte dei ribelli - in questo momento c’è la volontà di fare un passo indietro e, se vogliamo, trovare un compromesso nei confronti di Aleppo. Certo è che i combattimenti delle ultime settimane, se non dell’ultimo mese, hanno portato molto avanti le truppe del regime - i lealisti - rispetto al passato nella riconquista della città. I ribelli si trovano in netta difficoltà, però, di fatto, siamo ancora lontani dal dire che i ribelli possano o vogliano lasciare le proprie posizioni per ridare la città ad Aleppo.

D. – Ieri i 28 ministri degli Esteri dell’Ue hanno deciso di non imporre nuove sanzioni alla Russia. Si cerca una nuova via diplomatica?

R. - Sicuramente si cerca una via diplomatica però di fatto purtroppo le alternative o le frecce all’arco della diplomazia europea sono poche perché la volontà siriana, quella di Assad, quella del regime - di fatto supportata dalla Russia, da Mosca - è quella di riprendere in toto Aleppo e poi semmai trovare un compromesso diplomatico su quelli che possono essere i prossimi passi. In questo momento purtroppo la diplomazia - che ovviamente serve e serve sempre -  molto probabilmente potrebbe essere utilizzata dal regime di Assad più che altro per prendere tempo in vista di una nuova azione militare nei confronti dei ribelli ad Aleppo.

D. - Il futuro politico della Siria e il ruolo del presidente Assad quindi restano il vero nodo da sciogliere …

R. - Assolutamente sì, anche se più si va avanti più mettere in discussione il ruolo di Assad nel futuro della Siria diventa francamente difficile - senza ovviamente parlare di quello che sta succedendo nella parte orientale del Paese che di fatto per adesso non interessa ancora il regime - ma la riconquista di Aleppo da parte del regime significherebbe il controllo da parte di Damasco delle zone nevralgiche del Paese, quindi un ruolo forte, un ruolo che comunque difficilmente potrebbe essere messo in dubbio in una prospettiva di negoziati su quello che potrebbe essere il futuro della Siria. Certo è che inevitabilmente, così come per quanto riguarda anche in parte l’Iraq, difficilmente nel breve periodo riusciremo a vedere un Medio Oriente, una parte centrale della regione, quindi Siria ed Iraq, così come eravamo abituati a conoscerle.








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