2016-10-19 13:42:00

Caporalato: approvata la legge. Pene severe a chi sfrutta i lavoratori


“Un passo avanti per il Paese, contro lo sfruttamento del lavoro in agricoltura e il caporalato, intollerabile schiavitù” Così la presidente della Camera Laura Boldrini ha commentato l’approvazione della legge contro il caporalato. Soddisfatto anche il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina che ha spiegato che questa legge serve anche a salvaguardare quelle aziende agricole in regola che subiscono una concorrenza sleale.  Anche don Luigi Ciotti presidente nazionale di Libera ha definito questa norma come “un passo in avanti fondamentale,  perché rafforza gli strumenti di contrasto penali confiscando beni accumulati illecitamente”. Ma su questa legge, ascoltiamo il servizio di Marina Tomarro:

Rischia la reclusione da 1 a 6 anni, il datore di lavoro che sfrutta i lavoratori nei campi agricoli, approfittando del loro stato di bisogno. Questo è uno dei punti chiave della legge contro il caporalato. Adesso, per questo reato non verrà punito solo l’intermediario, ma anche l’imprese che ne trae beneficio. Le nuove norme inoltre prevedono un aumento della pena da cinque ad otto anni, se i fatti sono commessi mediante minaccia e violenza, ed è previsto l’arresto in flagranza di reato e lo sconto di metà della pena per chi aiuta a smascherare altri traffici simili. Sono considerati sfruttamento, anche la violazione delle norme sull’orario di lavoro e sui periodi di riposo, cioè salari troppo bassi e straordinari non pagati e sotto osservazione anche la sicurezza sul lavoro e lo stato degli alloggi dei braccianti. Ascoltiamo il commento di Giuseppe Cecere  presidente nazionale di Acli Terra:

R. – Noi esprimiamo, come  Acli Terra, una grande soddisfazione per l’approvazione di questa legge contro il caporalato perché c’è evidentemente questa intermediazione illegale che porta lo sfruttamento soprattutto in alcune zone, in alcune regioni come la Sicilia, la Calabria, la Puglia, ma non sono esenti anche regioni del Nord, dove ci sono caporali che reclutano extracomunitari, anche clandestini, per impiegarli nell’agricoltura in modo illegale, sfruttando e imponendo un pagamento che è dimezzato tra il caporale e il lavoratore che magari lavora 15 ore al giorno. Ecco perché riteniamo di poter esprimer grande soddisfazione, perché finalmente viene approvata una legge che può ridare quella dignità che i lavoratori agricoli devono avere,  lavorando e sudando nei campi.

E secondo un recente rapporto di Flai-Cgil  le vittime del caporalato in Italia sono circa 430 mila, indistintamente tra italiani e stranieri, con più di 100.000 lavoratori in condizioni di grave sfruttamento e vulnerabilità alloggiativa. Ascoltiamo ancora Giuseppe Cecere

R. – Ci sono braccianti che reclutati dai caporali si alzano alle quattro della mattina, sono costretti a prendere un pullman magari per raggiungere il posto di lavoro a 100, 150 kilometri, in  condizioni abbastanza difficili. Sotto il sole, senza grandi protezioni, senza un minimo di rispetto di norme dal punto di vista anche infortunistico. Quindi è una situazione abbastanza pesante.

D. - Come è possibile aiutarli?

R. - Le iniziative sono state tante. Penso per esempio alla regione Puglia che ha anche cercato di fare notevoli investimenti da mettere a disposizione delle strutture, però poi a margine delle strutture, magari protette, ne nascono altre che purtroppo portano al degrado cui accennavo precedentemente.

D. - Cosa succederà adesso secondo lei?

R. - Succederà che sicuramente le aziende agricole vere non accederanno a nessun tipo di rapporto con questi intermediari e sfruttatori. Poi fortunatamente c’è – ed è anche previsto dalla legge -  un coordinamento dell’Ispettorato dell’Inps, di quello provinciale del lavoro, della Guardia di finanza, dei  Carabinieri, …  Quindi mi pare che sia stato messo insieme uno strumento anche a difesa e a rispetto della legge. Mi auguro che ci possa essere sempre di più una condizione migliore di questi lavoratori agricoli.








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