"Bisogna fermare i raid e i bombardamenti" su Mosul, in Iraq. Così il Segretario generale di Caritas Internationalis Michel Roy, nel terzo giorno dell’offensiva per liberare la città dal sedicente Stato islamico. A rischio secondo Caritas oltre un milione e 250 mila persone, strette nella morsa della guerra. Massimiliano Menichetti:
Terzo giorno di offensiva su Mosul dove sono asserragliati i jihadisti dell’Is, confermata oggi la liberazione di 18 villaggi da quando è partita l’operazione della coalizione internazionale. Ci vorranno però secondo fonti militari non meno di due settimane per giungere in città e due mesi per liberare la parte settentrionale irachena. Oggi i miliziani hanno fatto saltare in aria la sede del governatorato nel centro di Mosul e dato alle fiamme anche alcuni pozzi di petrolio nelle campagne. E mentre sarebbero entrati in azione contro l’Is anche elicotteri Apache statunitensi, il Segretario generale di Caritas internationalis Michel Roy ribadisce che “vanno fermati bombardamenti e raid” per non vedere a “Mosul la distruzione e i morti di Aleppo” in Siria… l’appello di Roy è ai potenti del mondo affinché non si accetti l’idea di una “guerra pulita”, ma si guardi, pur condannando con forza il “terrorismo di Daesh” a “tavoli d’incontro”.
L'intervista al Segretario generale di Caritas internationalis Michel Roy è di Philippa Hitchen:
R. – We know that here are one million two hundred and fifty thousand people, civilian
people, inside …
Sappiamo che dentro la città ci sono due milioni e 250 milia persone – civili – e
la guerra che ora si sta scatenando sulla città molto probabilmente durerà a lungo.
Tendiamo a dimenticare che all’interno ci sono i civili: non ci sono solo i daesh
che controllano la città. Ci saranno tante, ma tante persone – civili – uccise a Mosul.
Non credo che ci sarà un lavoro “pulito” su Mosul. A sentire quello che si dice, a
Mosul la guerra sarà una “guerra molto pulita”… Non dobbiamo dimenticare che Aleppo
in Siria e Mosul sono due città grandi del Medio Oriente, che la guerra sta distruggendo:
e noi non dovremmo applicare due pesi e due misure nel considerare quello che sta
accadendo in questi luoghi. Il concetto di fondo è che c’è gente che muore, gente
che soffre ad Aleppo, che sono stati perpetrati crimini di guerra ad Aleppo e che
domani ci saranno persone che muoiono e persone che soffrono a Mosul, e crimini di
guerra commessi da parte dell’altra fazione. Stiamo diventando in un certo modo indifferenti
a tutto questo …
D. – Qual è il suo appello, in quanto Caritas, da qui?
R. – Well, I would like to tell the main parts – the United States, the European
Union, Russia – that this …
Vorrei dire alle parti maggiormente coinvolte – Stati Uniti, Unione Europea e Russia
– che questa non è la strada giusta da percorrere. Devono interrompere i combattimenti,
i bombardamenti. Daesh è un vero, grande problema, anche se sono sicuro del fatto
che prima o poi vorranno loro stessi sedere a un tavolo e parlare. Guardiamo le cose
da un punto di vista diverso, che è quello della gente: quello che gli Stati Uniti
vogliono in Medio Oriente, quello che la Russia vuole in Medio Oriente non è il bene
delle persone, ma soltanto perseguire i propri interessi. E questo deve finire.
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