2016-10-21 11:11:00

Convegno a Venezia: costruire pace e sicurezza in Europa con il dialogo


Si è aperto ieri a Venezia il convegno "Costruire la pace e la sicurezza per l'Europa e le popolazioni vicine, promosso dal gruppo del Partito Popolare Europeo per il dialogo interreligioso. Presenti varie personalità istituzionali e rappresentanti dlle comunità religiose. Il servizio di Roberto Piermarini

Quel che accade da Lesbo a Lampedusa, da Dadaab a Calais, da Mosul a Parigi, da Istanbul a Tel Aviv non può lasciare indifferenti perchè bussa con forza alle porte dell'Europa e scuote le coscienze degli uomini di buona volontà, siano essi impegnati nel campo della religione o della politica. E' quanto emerge dal convegno che affronta il problema dell'immigrazione. "L'Europa, nell'attuale e non facile contesto internazionale - ha detto il patriarca di Venezia Francesco Moraglia al microfono di padre Leszek Gesiak - è chiamata ad un compito epocale a favore delle popolazioni in fuga dai propri Paesi. Se vorrà e saprà onorarlo, ne riceverebbe una forte legittimazione politica nel presente e nel futuro"

“Dobbiamo avere quella lungimiranza politica - e la dobbiamo chiedere ai nostri politici - che declini una magnanimità reale, perché quello sforzo che viene chiesto molte volte all’anello più debole sul territorio deve però essere supportato a monte da una politica nazionale, da una politica europea. E ormai il fenomeno ci fa dire che, essendo interessati parecchi continenti, è anche a livello mondiale. L’accoglienza, il realismo, la lungimiranza: è in gioco la credibilità di un’Europa, che vuol essere Europa dei popoli”.

Dal canto suo il filosofo e storico Rocco Buttiglione, riguardo alla sicurezza europea ed ai rischi del sedicente Stato Islamico in Siria e Iraq, ha lamentato la mancanza di una politica unitaria dell'Europa

“Purtroppo l’Europa non ha avuto una politica: non avendo un’unità vera, non è neanche in grado di esprimere una politica. Perché gli estremisti sperano di poter usare a loro vantaggio le molte ingiustizie che ci sono nel mondo. Noi non abbiamo appoggiato quelli che lottavano contro l’ingiustizia con il metodo della non violenza, con il metodo della testimonianza della verità, con il metodo dell’appello alla coscienza dell’avversario: li abbiamo ignorati, abbiamo lasciato che fossero assassinati, costretti alla fuga, ridotti al silenzio... E il risultato è che gli estremisti hanno guadagnato delle posizioni e pensano di poter strumentalizzare, da un lato la religione, e dall’altro la domanda di giustizia delle masse a proprio vantaggio. Manca una politica dell’Europa”.








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