2016-10-25 06:44:00

Festival della Dottrina Sociale: rimettere al centro la persona


La Chiesa e la politica devono essere vicine alle persone nella concretezza dei loro problemi, di questo si parlerà al VI Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, "In mezzo alla gente", presentato ieri alla Camera dei Deputati e in programma a Verona dal 24 al 27 novembre. Il servizio di Eugenio Murrali:

Passare dall’isolamento egoistico a un’amicizia sociale, dare luce al tessuto silenzioso di persone che animano la società nel quotidiano con il loro lavoro. Questo il cuore del prossimo Festival della Dottrina Sociale della Chiesa. Il presidente della Fondazione Toniolo, mons. Adriano Vincenzi spiega:

"Mi sembra che la Chiesa possa avere questo grande ruolo di dire che dobbiamo ascoltare la gente, essere in mezzo alla gente, servire la gente. Perché il rischio è che se non stiamo attenti si pensi che le cose vengano gestite dall'alto e che la gente non conti niente".

L’onorevole Ernesto Preziosi, dell’Associazione Argomenti 2000, si sofferma sul ruolo della politica:

"Nell'aula parlamentare abbiamo spesso la sensazione di non raggiungere la gente, di non riuscire a porci in sintonia, in ascolto di tante istanze di coloro che vivono ogni giorno condizioni di difficoltà. Ed è così importante che i credenti, che si dedicano all'impegno politico, siano capaci di riconnettere la politica con la gente".  

Un Festival con la gente e per la gente, come precisa mons. Vincenzi:

"Parliamo di fisco con i commercialisti, di giustizia con gli avvocati, di impresa e lavoro con gli imprenditori, di scuola con gli studenti, di ospedale e sanità dentro l'ospedale: 'In mezzo alla gente' è il titolo che abbiamo interpretato in questa maniera".

Alla presentazione è intervenuto anche il direttore della Caritas di Roma, mons. Enrico Feroci, che ha posto l’attenzione su tre allarmi sociali:

"Parlo del gioco d'azzardo, uno sciacallaggio sulla pelle dei poveri spaventoso. A Roma, poi, abbiamo 638 mila anziani che sono over 65. Quindi la solitudine degli anziani, ma anche quella dei giovani. Il dolore e la sofferenza di tanti giovani che stanno arrivando alla soglia dei 40 anni, non hanno lavoro e non possono costruire una famiglia".

Padre Paolo Benanti, dell’Università Gregoriana, ha poi messo l’accento sull’allontanamento dei giovani dalle relazioni reali e si è interrogato sulle conseguenze di una permanenza così imponente nel mondo virtuale:

"Partendo dalla stessa prospettiva che ha il Papa, cioè guardando alla realtà e cercando di capire cosa significhI questa realtà, partirei dall'idea che sostanzialmente i giovani passano il 95% del loro tempo suil web e il 5% in quelle che potremmo definire relazioni tradizionali. La domanda di fondo che pongo a chi ci ascolta è: questo è un  tempo che semplicemente non cambia nulla. è solo speso in maniera diversa o è una quantità che dice anche una qualità delle relazioni? Allora la comprensione di come la qualità delle relazion cambia, può cambiare e di come cambia il modo di capire o di come può cambiare anche il modo di vivere la cittadinanza è oggi una domanda chiave, che interpella soprattuto anche la dottrina sociale della chiesa, alla luce di quella chiamata dei cristiani a fare della città un'immagine della città di Dio".

Durante il Festival si parlerà anche dell’incontro rispettoso con la diversità culturale e religiosa come momento importante per la definizione della propria identità.








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