2016-10-26 15:04:00

Lettera Ue all'Italia. Becchetti: l'austerità non funziona


“Non bisogna minimizzare, ma neanche esagerare sulla lettera giunta da Bruxelles” all’Italia”: l’indicazione è del  commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, dopo l’invio della missiva al governo Renzi con cui l’Unione chiede chiarimenti circa la manovra finanziaria. Risposte che Roma dovrebbe fornire già domani, e che non cambieranno come annunciato dal ministro dell'Economia Padoan. Nessun bastone, quindi, perché non è la filosofia dell’Ue, ha precisato Moscovici, che venerdì incontrerà proprio Padoan, che sottolinea lo scarto tra l’aggiustamento strutturale chiesto dal Consiglio e le cifre presentate dal governo nella legge di bilancio. Francesca Sabatinelli ha intervistato l’economista Leonardo Becchetti, docente di Economia Politica all'Università di Tor Vergata a Roma:

R. – Non è una lettera particolarmente dura e questo è comprensibile: dopo la Brexit, l’Unione europea ha mitigato di molto i toni perché non vuole creare nuovi conflitti, nuovi fronti interni. Credo che, d’altronde, sia giusto quello che ha fatto l’Italia, cioè mettere in discussione proprio l’impianto della politica macro economica europea, nel senso che l’obiettivo del pareggio di bilancio non ha senso in un momento come questo, in cui bisogna colmare il divario tra Nord e Sud dell’Europa.

D. - Questo fa notare ancora di più le due anime dell’Europa: da una parte l’Italia gode dell’appoggio di chi questa austerity la ostacola, dall’altro però  ha contro tutti i falchi dell’austerità …

R. - Il problema è che l’austerità non funziona, ha prodotto i danni dell’Europa che oggi vediamo tutti e che hanno creato anche populismi dal punto di vista politico. Quindi, affrontare il problema del superamento dell’austerità è fondamentale nel momento in cui vediamo che, dall’altra parte dell’oceano, gli Stati Uniti hanno risposto in maniera completamente diversa alla crisi, ottenendo dei risultati molto importanti.

D. – Si corre il rischio di un rifiuto della manovra da parte di Bruxelles?

R. - Credo che ci sia una probabilità molto bassa perché si entrerebbe in una serie di azioni e reazioni, vista anche la minaccia di Renzi di non accettare il bilancio comunitario che, sinceramente, è poco prevedibile in questo momento. Non credo che i rischi siano molto elevati.

D. - Un aspetto della manovra, come sottolineato dal ministro Padoan,  riguarda la questione migranti che interessa tutta l’Europa …

R. - Esatto. Su questo penso che l’Europa abbia poco da difendere, nel senso che si lascia molto dell’onere della gestione dei migranti ai Paesi del Sud e quindi si può fare questa eccezione. Io però credo che il problema sia più di fondo, cioè che in un momento come questo non abbia senso economicamente puntare al pareggio di bilancio, e che si debba riscrivere anche quello che è considerato il deficit strutturale, un problema tecnico un po’ complesso, difficile da riassumere. Quindi, fondamentalmente l’obiettivo non è tanto la flessibilità per i migranti, ma è proprio quello della ridiscussione della politica europea e del tabù del pareggio di bilancio.

D. - Quel pareggio di bilancio è un decimale in più, il che significa circa un miliardo e mezzo di euro …

R. - Sì, infatti si tratta anche di questo, che fa specie il fatto che si discuta veramente per cifre risibili e non ci sia questa prospettiva del capire che oggi, rilanciando gli investimenti e intervenendo anche con il bilancio pubblico in alcuni settori mirati, come cerca di fare il governo con l’eco bonus, con il super ammortamento, è possibile poi far ripartire l’economia e quindi aver un effetto positivo anche sulla finanza pubblica.








All the contents on this site are copyrighted ©.